Salvini ancora a processo. Campeggia la giustizia alla Palamara

Processo Salvini

Sembra di vivere sulla Luna col processo Salvini. L’ex ministro rischia fino a 15 anni di galera per il caso Gregoretti, in Italia sembra normale.

Anche ieri udienza a Catania, a metà maggio il Gup dovrà decidere se Salvini dovrà andare a processo. Per ora siamo ancora nella fase dell’udienza preliminare. Si susseguono le testimonianze e appare sempre più evidente che le procedure seguite per quel blocco di clandestini – per pochi giorni… – sono state simili a ciò che avveniva prima e dopo. Almeno quando si voleva evitare l‘assedio dei migranti.

Incredibile processo a Salvini

Ieri anche l’ambasciatore Massari nella sua ricostruzione ha ricordato la realtà: le politiche sull’immigrazione sono state caratterizzate da continuità e coerenza. Anzi, commenta Salvini, “noi abbiamo avuto il merito storico di risvegliare l’Europa. Ci rivedremo qui il 10 aprile e poi si chiuderà il il 14 maggio, non faccio pronostici: continuo a ritenere di aver fatto il mio dovere da ministro, difendendo la sicurezza degli italiani e salvando vite umane attraverso la drastica riduzione degli sbarchi”.

Eppure, il rito deve procedere. Ci si sta quasi abituando, mentre dovrebbe scattare l’indignazione. Perché si pretende di mandare a giudizio un uomo politico per le sue idee e non per ciò che ha fatto: qui sta la sostanza del processo Salvini.

E Palamara furoreggia in tv

E nel frattempo furoreggia in televisione Luca Palamara, che nei confronti del leader della Lega se ne uscì in maniera impietosa: “Ha ragione ma va attaccato”.

Per un politico la pena è il processo, e questo non bisognerebbe dimenticarlo mai. Dovrebbe ragionarci proprio la politica, tutta la politica, a partire da quella che al Senato votò per far giudicare Matteo Salvini.

Invece, più si va avanti, più stanno zitti. Forse perché se ne vergognano?

Riforma della giustizia, certo; e ancora prima quella di una politica che vuole gli avversari in galera. Ma è intollerabile.