Spunta la notizia di un filmato inedito nel processo contro l’allora ministro dell’Interno Matteo Salvini, che rischia fino a 15 anni di carcere per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per essersi opposto allo sbarco di immigrati dalla ong Open Arms nell’agosto 2019.
Processo Open Arms: il video che sbugiarda la Ong sparito dalle carte
Durante la testimonianza di ieri, in qualità di direttore del servizio immigrazione e della polizia delle frontiere del Viminale, il dottor Fabrizio Mancini ha rivelato l’esistenza di un video che immortalerebbe il primo intervento della ong: è il primo agosto 2019, in acque SAR libiche la nave avvicina un barchino che, sottolinea Mancini, in verità non era in condizioni di pericolo, come dimostrato da alcune immagini girate grazie a un sommergibile italiano che si trovava in zona.
Eppure la ong interviene senza avvertire le autorità o lanciare allarmi, giustificandosi con l’urgenza di portare in salvo le persone.
Il video smentisce questa ricostruzione: sarebbe stato trasmesso alla Procura di Roma e a tutte le Procure siciliane ma – inspiegabilmente – non è nel fascicolo del processo.
La difesa di Salvini: “Manca il video e manca un altro documento cruciale della Gdf”
Un mistero che si somma a un altro giallo del processo Open Arms: manca anche una carta di grande interesse per la difesa di Salvini. Si tratta della comunicazione di notizia di reato redatta dalla Guardia di Finanza in cui si ipotizzava il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in capo al Comandante della Open Arms e al capo missione, come riferito dal capitano delle Fiamme Gialle Edoardo Anedda all’udienza del 17 dicembre 2021.
Nemmeno questo documento è nel fascicolo, nonostante contenesse informazioni rilevanti sull’attività della ong.
La prossima udienza sarà il 17 giugno: per la difesa di Salvini (rappresentata dall’avvocato Giulia Bongiorno) più si scava e più emergono “dettagli e notizie inquietanti”.