Profondo rosso e stipendi d’oro. Così va a rotoli il Teatro di Roma

Profondo rosso, ma non si tratta di un remake della famosissima pellicola del grande Dario Argento. Ma piuttosto della situazione finanziaria e contabile del Teatro di Roma. Mentre la crisi perseguita senza sosta il mondo dello spettacolo e il settore artistico, a Roma aumentano i direttori e crescono gli stipendi dei consulenti. Questa almeno la denuncia del capogruppo capitolino della Lega Maurizio Politi e della consigliera regionale Laura Corrotti, sempre del partito di Salvini. Accuse riportate con dovizia di particolari dal sito artribune.com. Il Teatro di Roma è una istituzione pubblica, ed è finanziato con i soldi dei contribuenti romani e del Lazio. Infatti la struttura è partecipata dallo stesso Comune di Roma, insieme alla ex Provincia (oggi Città metropolitana) e dalla Regione. Quindi.a decidere sono essenzialmente in due, la Raggi e Zingaretti. E proprio a febbraio del 2019, gli azionisti si sono accordati per un cambio del Direttore della struttura. Un manager, Giorgio Barbiero Corsetti. Almeno così doveva essere, visto il lauto stipendio percepito dal nuovo responsabile del Teatro.

130 mila euro per il Direttore del Teatro di Roma. Lui rimette le deleghe, ma è come a lascia o raddoppia. Ed è profondo rosso 

Lo stipendio di Giorgio Barbiero Corsetti si sarebbe attestato attorno ai 130 mila euro, non male visti i tempi. E gli attori e le maestranze in gran parte a casa con la miseria dei sussidi del fondo FIS dello spettacolo. In più Barbiero Corsetti è attore teatrale, regista e drammaturgo. Ma sulle sue capacità di manager in passato si sa poco o nulla. Così il CDA del Teatro Roma si è spaccato. E dopo un po’ Corsetti ha rimesso le deleghe. Ma in realtà sembra di essere a lascia o raddoppia. Perché Regione e Comune hanno trovato subito un altro accordo. Stavolta però per moltiplicare le poltrone. Per il suo curriculum, forse il manager prescelto sarebbe stato meglio a fare il semplice direttore artistico. Evitando così possibili imbarazzi. Sui titoli posseduti e sulle modalità della selezione pubblica per affidare la carica. Ma tranquilli, la poltrona della Direzione generale del Teatro rimane vuota e disponibile. Cosi, sempre secondo i consiglieri leghisti Maurizio Politi e Laura Corrotti ci si avvia a raddoppiare costi e strutture. Il nuovo Direttore artistico (sempre lo stesso Barbiero Corsetti) farebbe un piccolo sacrificio. Con lo stipendio ‘ridotto’ a 98 mila euro. Oltre a 40 mila euro per ogni regia e 20 mila per ogni allestimento. Mentre il Presidente del Teatro di Roma Emanuele Bevilacqua avrebbe pronto il nuovo bando. Per coprire anche l’ultima casella mancante. Quella più prestigiosa e più pagata. Una brutta storia di occupazione partitocratica e di poltrone, con le programmazioni degli spettacoli ferme al palo per il coronavirus. E i lavoratori disperati. Ma qualcuno lo stipendio lo prende sempre. E visti i tempi, si tratta proprio di compensi d’oro.

Raggi e Zingaretti, oltre 300 mila euro per gli stipendi dei vertici del Teatro di Roma e del Teatro India. Si potevano dare agli attori alla fame

In una fase in cui il mondo dello spettacolo è in profondo rosso, sarebbero di oltre 300 mila euro gli stipendi per le tre figure di vertice del Teatro di Roma e del Teatro India. Perché sempre pagata dai cittadini esiste anche quest’altura istituzione dove si fa sperimentazione e si lanciano nuovi attori e Compagnie. Il calcolo è presto fatto. Novantaseimila euro per il Direttore  artistico, oltre ai premi previsti per regie e allestimenti scenici. Centotrentamila per il nuovo Direttore generale. E quarantacinquemila per Francesca Corona. Che dirige proprio il Teatro India. La Corona aveva un contratto breve, di un solo anno. Ma in pieno lockdown avrebbe goduto di un rinnovo. Stavolta triennale, fino al 2022. Alla faccia della trasparenza e della riduzione dei costi. Perché evidentemente quando si tratta di occupare posti di potere, le risorse alla fine vengono sempre fuori. Mentre per gli attori alla fame ci sono solo belle parole e qualche pasto caldo.

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