Profughi ucraini, Draghi chiarisce: “O fanno il tampone ogni 48 ore o si vaccinano”

I profughi ucraini che arrivano in Italia “o fanno il tampone ogni 48 ore o accettano di vaccinarsi“. Il premier Mario Draghi ha risposto in modo categorico, nel corso del question time alla Camera dei Deputati. Al momento, stando ai dati diffusi dal Viminale, nel nostro Paese sono arrivati 23.872 profughi che stanno fuggendo dalla guerra in Ucraina. Tra di essi vi è un grande numero di donne e bambini.
Oltre all’accoglienza, molti cittadini si sono posti il dubbio della ‘pericolosità’ sul fronte sanitario dell’arrivo di queste persone, perché in Ucraina secondo i dati ufficiali, solamente il 34,5% della popolazione è protetta dal vaccino con doppia dose. Per questa ragione, la richiesta al Question time imponeva dal presidente Draghi una risposta netta e chiara. Un dato fondamentale per la sicurezza sanitaria, sia dei profughi che degli italiani che vengono in contatto con loro.
Il dipartimento della protezione civile italiana sta provvedendo alla ricognizione dei posti letto e al trasferimento pazienti, inoltre per gli ucraini nei centri di prima accoglienza è prevista assistenza sanitaria, sociale, psicologica, orientamento legale e corsi di lingua italiana.
Hub Acea Ostiense pronto per ospitare e vaccinare i profughi ucraini
A Roma, l’hub Acea Ostiense, dopo quello della stazione Termini, si prepara ad accogliere i profughi in arrivo dall’Ucraina. Il centro è aperto da un anno e ha una struttura modulare che consente molto rapidamente di adattare gli spazi: dal 1° marzo, infatti, hanno rimodulato lo spazio per l’arrivo di Novavax, mentre in un solo pomeriggio per l’accoglienza. “Questo percorso prevede la possibilità di ricevere un codice Stp, quindi un codice di straniero temporaneamente presente, che permette l’accesso a moltissimi dei servizi offerti dal Servizio Sanitario Nazionale”, ha spiegato il coordinatore del servizio accoglienza ucraini Asl Roma 1, Paolo Parente. “Dopodiché – ha proseguito – c’è la possibilità di effettuare uno screening per il Covid-19, quindi di sottoporsi a tampone per la verifica di eventuali casi di positività. Se riscontriamo dei positivi, come è successo, fortunatamente in un numero non eccessivamente elevato, queste persone vengono prese in carico dal nostro servizio di igiene e sanità pubblica ed eventualmente, se lo necessitano, vengono portati in delle strutture protette per il Covid”.

L’hub sarà aperto dalle ore 8 alle 18 e oltre alle vaccinazioni per Covid con Pfizer, Moderna e Novavax sia per adulti che per bambini, i rifugiati ucraini potranno effettuare vaccinazioni di profilassi nei confronti della epatite, per la poliomielite, il morbillo e tutte quelle che fanno parte del calendario vaccinale italiano.
“Stiamo costruendo adesso un servizio di screening anche per la tubercolosi – ha aggiunto il coordinatore – poi c’è la prima parte del colloquio con medici e pediatri. Tutte le persone che arrivano qui si interfacciano con loro, verifichiamo eventuali problematiche di natura sanitaria che devono essere prese in carico e poi c’è la possibilità di ricevere vaccinazioni”. “Alla fine del processo c’è un indirizzamento, se necessario verso la rete istituzionale di offerta sanitaria” e ha annunciato che “stiamo mettendo su, sia a Termini che qui, uno sportello di consulenza, di supporto psicologico post traumatico, che possa in qualche modo aiutare queste persone ad avere un sostegno in questa fase complessa della loro vita”.