Progetto Parco del Mare, sprint su Ostia: i cittadini hanno solo 15 giorni (tra Natale e Befana) per dire la loro
La notizia è semplice e bruciante: oggi, 24 dicembre 2025, Roma pubblica per la prima volta in forma integrale il progetto “Parco del Mare” e apre la finestra per le osservazioni (per leggere il progetto in formato integrale, clicca qui e anche qui). Una finestra strettissima: 15 giorni a partire da oggi, quindi fino all’8 gennaio (a cavallo tra Natale, Capodanno e Befana). Tradotto: chi vuole leggere, capire e contestare o semplicemente proporre modifiche o osservazioni a un maxi intervento edile che promette di cambiare il litorale, per sempre, deve farlo mentre il Paese è in modalità “feste”, tra chiusure, ferie e uffici a ranghi ridotti. In ogni caso, inseriamo il documento pubblicato quest’oggi dal comune di Roma in formato scaricabile alla fine di questo articolo).
Un progetto destinato a riscrivere il litorale di Ostia
Qui non parliamo di aiuole e panchine. Il “Parco del Mare”, che ruoterà tutto attorno a piazza Cristoforo Colombo, è presentato come rigenerazione urbana del waterfront di Ostia (Municipio X): un’operazione che punta a spostare verso l’entroterra la pressione delle auto e a liberare lo spazio davanti alle onde.
L’effetto, se andrà in porto, sarà strutturale: cambia la geografia quotidiana del lungomare, cambiano accessi, flussi, soste, perfino l’idea stessa di “fronte mare”. Una trasformazione che, a detta dei promotori, dovrebbe ricucire città e spiaggia. Ma proprio per questo, chiedere ai cittadini di “partecipare” in due settimane natalizie suona come una prova a ostacoli.
L’iter “a tappe forzate”: prima la corsa, poi il confronto
Il contesto aiuta a capire perché oggi la miccia si accende. Nei mesi scorsi il Campidoglio ha già mostrato la linea: accelerare a tappe ‘forzate’. Prima il via libera politico, poi bandi rapidi e passaggi incastrati in calendario come un cronometro. Nel racconto pubblico è la “Capitale che non si ferma”; sul territorio. Però, la sensazione, è spesso un’altra: si corre e si discute dopo, come se il dibattito fosse un accessorio. Oggi la pubblicazione integrale del progetto arriva con un dettaglio che pesa: dentro ci sono anche gli approfondimenti legati ai profili idrogeologici, una dei temi centrali della società del futuro, eppure la finestra per intervenire resta quella, cortissima. Durante le feste.

Cosa prevede il Parco del Mare (in parole semplici)
Il cuore dell’idea è questo: meno asfalto sul mare, più spazio pubblico verde. La costa verrebbe ridisegnata con un grande asse pedonale e ciclabile, aree di sosta e punti attrezzati, e una parte più “naturale” con dune e percorsi protetti (anche con passerelle). Nel pacchetto rientrano la riorganizzazione della viabilità e lo spostamento dei parcheggi in aree interne, oltre a interventi di connessione (si parla anche di un nuovo ponte carrabile sul Canale dei Pescatori). In sintesi: il lungomare cambia mestiere, da corridoio per auto a parco urbano costiero.

Soldi pubblici e “progetto definitivo”: quanto costa e cosa c’è in gioco
I numeri vanno ricordati: il progetto sta dentro la strategia “Ostia Mare di Roma” ed è finanziato con fondi europei FESR 2021–2027. La cifra che ricorre da mesi è 24 milioni di euro. Oggi si pubblica il Progetto di Fattibilità Tecnico-Economica (PFTE) completo, cioè la base che orienta scelte, tracciati e priorità. È il momento in cui le carte smettono di essere slide e diventano percorso: più si va avanti, più correggere è difficile. Per questo la finestra di 15 giorni non è un dettaglio: è, di fatto, uno dei pochi spiragli in cui il “pubblico” può provare a mettere mano al volante in mano al campidoglio e al Municipio X.

Le polemiche sullo sfondo: trasparenza e partecipazione, ma a tempo scaduto
Solo alla fine, come sfumatura, arriva la domanda politica: che partecipazione è, se cade tutta dentro le feste? Associazioni, comitati e cittadini (e/o i loro tecnici) dovrebbero leggersi un progetto enorme quando molti sono via, o semplicemente staccano. Il rischio, denunciato da mesi da chi contesta il metodo, e contesta il proegtto, è che la consultazione diventi una ‘formalità’. C’è il link, quindi “avete potuto”. Ma se il tempo è quello di una corsa tra panettone e cenoni, la sensazione è che non si chieda davvero un confronto coi cittadini: ma solo una “preso atto”. E poi avanti, spediti. O no?
