Prostituzione, Forza Italia: “Niente più escort e degrado in strada: riapriamo le case chiuse”

Prostituzione a Roma

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“Basta corpi mercificati sui marciapiedi e sfruttamento nell’ombra”. La proposta di Forza Italia è destinata a far discutere. In queste ore si riaccende il dibattito con una proposta di legge destinata a cambiare radicalmente l’approccio alla prostituzione in Italia: legalizzare il sex work, riaprire le case chiuse e riportare tutto in un quadro di regoletutele e controlli. A guidare l’iniziativa è il senatore Claudio Fazzone, che ha firmato un disegno di legge capace di mettere in discussione la legge Merlin, chiudendo una parentesi lunga oltre sessant’anni.

Mercato miliardario fuori controllo

Secondo le stime Istat, il giro d’affari della prostituzione in Italia ha raggiunto nel 2025 quota 4,7 miliardi di euro, con un incremento del 4% in un solo anno. Una cifra enorme, che si muove nell’ombra, senza garanzie per chi lavora e con enormi rischi legati a criminalità organizzatatratta di esseri umaniabusi e anche frodi digitali. L’obiettivo del ddl è proprio questo: regolare il settore, togliere potere alla malavitariconoscere diritti e doveri ai sex worker.

La proposta: le nuove “case di tolleranza”

Il disegno di legge – 20 articoli in tutto – prevede l’apertura di strutture autorizzate, gestite da società o privati, in cui l’attività sia svolta solo in condizioni di libera scelta e senza alcuna forma di coercizione. Niente più escort sulle strade: l’adescamento nei luoghi pubblici sarà vietato. Le nuove strutture dovranno rispettare standard igienico-sanitari e ottenere il via libera da parte delle autorità competenti. Saranno escluse dallo stop le attività in hotel e affittacamere, purché in regola.

Obblighi fiscali, tutele sanitarie e diritti

Nel testo si parla anche di partita IVAformazione professionale obbligatoria per lavoratrici e lavoratori (senza distinzione di genere), iscrizione alla previdenza sociale e coperture assicurative. La proposta fissa inoltre un limite d’età tra i 21 e i 65 anni, oltre al diritto all’oblio digitale per chi lascia l’attività. In parallelo, pene durissime per chi sfrutta o costringe altri a prostituirsi: fino a 12 anni di carcere e 400mila euro di multa.

Ma c’è di dice no: il dibattito politico

Il testo, che la Lega dice di sostenere da tempo, sta già facendo discutere. Da una parte chi lo vede come una svolta di civiltà e un passo concreto contro l’illegalità, dall’altra chi teme che si tratti solo di normalizzare un fenomeno controverso. Ma una cosa è certa: la proposta di Forza Italia ha riaperto una questione che la politica italiana aveva lasciato troppo a lungo sotto il tappeto.