Qatargate, europarlamentari a libro paga? Nel mirino altri 60 deputati europei. E Giorgi ha confessato

Europarlamentari a libro paga. E’ questa l’ipotesi investigativa a cui sta lavorando la procura belga titolare dell’inchiesta ribattezzata Qatargate. Lo si apprende da fonti investigative. Gli inquirenti belgi che hanno arrestato, tra gli altri, l’ex parlamentare Antonio Panzeri ed Eva Kaili, una dei 14 vicepresidenti del Parlamento europeo, hanno il sospetto che i presunti affari a favore del Qatar non siano stati episodi isolati. Ma nascondano un’organizzazione più strutturata che vede alcuni europarlamentari “a libro paga”, ossia pacchetti di voto spendibili in caso di necessità e dietro un preciso corrispettivo in denaro. Un’ipotesi, tutta da verificare, su cui si cercano appigli attraverso interrogatori, documenti e tracciamenti bancari.
Intanto si apprende che Francesco Giorgi, l’ex assistente di Antonio Panzeri che lavorava per l’eurodeputato del Pd Andrea Cozzolino, ha confessato agli inquirenti belgi guidati dal giudice Michel Claise di aver fatto parte di un’organizzazione utilizzata dal Marocco e dal Qatar per condizionare i processi decisionali dell’Ue. Lo riporta Le Soir stamani, citando documenti giudiziari.

L’inchiesta Qatargate partita dai servizi segreti
L’inchiesta per sospetta corruzione condotta dal giudice bruxellese Michel Claise è partita dalla declassificazione di parte di un’indagine condotta dalla Sureté de l’Etat, il servizio segreto del Belgio. In collaborazione con altri servizi di intelligence europei, sulle ingerenze di una potenza straniera. Lo scrivono, citando fonti ben informate e il ministero della Giustizia, Le Soir e Knack. Ossia i due media belgi che hanno rivelato, venerdì scorso, l’operazione che sta facendo tremare le istituzioni dell’Ue. Quando hanno perquisito l’abitazione bruxellese di Antonio Panzeri, ex eurodeputato del Pd prima e di Articolo Uno poi, gli investigatori belgi non sono rimasti sorpresi di trovare grandi quantità di denaro contante, scrivono.
Trovate grandi quantità di contanti a casa di Panzeri
Semplicemente perché i servizi segreti belgi avevano già fatto una “visitina” nella casa dell’ex segretario della Camera del Lavoro di Milano. Trovando grandi quantità di cash. L’inchiesta della Sureté sarebbe iniziata nel 2021, in collaborazione con cinque servizi segreti stranieri. Una volta scoperto il contante in casa di Panzeri, gli 007 belgi hanno desecretato una parte del dossier. Trasmettendolo poi all’Office Centrale pour la Repression de la Corruption, dando il via all’inchiesta del giudice Michel Claise. A questo punto, il 12 luglio 2022, la giustizia belga ha iniziato ad indagare. Arrivando all’arresto di Panzeri, del suo assistente Francesco Giorgi, della ormai ex vicepresidente del Parlamento Europeo Eva Kaili e di Nicolò Figà Talamanca (i nomi degli arrestati non sono mai stati confermati dalla Procura).
Secondo indiscrezioni nel mirino degli inquirenti altri 60 eurodeputati
Secondo indiscrezioni riportate dall’emittente greca Mega Tv, riprese dalla stampa tedesca, gli inquirenti belgi che stanno indagando sulla presunta rete di corruzione ad opera del Qatar avrebbero nel mirino “oltre 60 eurodeputati”, la maggior parte dei quali appartenenti al gruppo dei Socialisti & Democratici, al Ppe e a “partiti di sinistra”. Lo riporta Focus.de. L’obiettivo della presunta corruzione sarebbe quello di avere posizioni positive o più morbide nei confronti del Qatar.
Influenze in favore di Qatar e Marocco in cambio di pagamenti
In particolare Panzeri è “sospettato di essere intervenuto politicamente presso alcuni deputati europei in favore del Qatar e del Marocco in cambio di pagamenti”. Affidata alla procura di Milano o meglio al dipartimento Affari internazionali guidato dall’aggiunto Fabio De Pasquale l’incarico di accertare i conti correnti che l’ex europarlamentare e la sua famiglia hanno in Italia. Indagini svolte anche su Francesco Giorgi, compagno di Eva Kaili, e sull’attuale segretario generale dell’organizzazione internazionale dei sindacati Luca Visentini. Accertata – spiega una fonte – la presenza di sette conti bancari (in altrettante banche) riconducibili a Panzeri, Visentini e Giorgi.
Sequestrati ventimila euro nella cassetta di scurezza di Giorgi
A carico di quest’ultimo, ieri, sequestrati 20mila euro trovati in una cassetta di sicurezza in un istituto di credito. Le chiavi della cassetta erano nell’abitazione ad Abbiategrasso perquisita insieme a un ufficio milanese (sulla cui proprietà si mantiene il riserbo) e l’abitazione bergamasca di Panzeri. Su Panzeri o sulla sua famiglia, da quanto trapela, non si registrato segnalazioni di operazioni sospette da parte degli istituti di credito. Dall’analisi dei conti correnti potrebbero emergere dettagli o legami sull’inchiesta belga che è appena all’inizio.