Quando cade la bandiera Ue, la telecamera lo nasconde. Perché? (video)
C’è bandiera e bandiera. Vorremmo ritornare sulla cerimonia in Campidoglio di ieri, quando il sindaco di Roma Virginia Raggi ha commemorato le vittime del coronavirus. Come abbiamo scritto, mentre si osservava il minuto di silenzio, la bandiera dell’Unione europea, spinta dal vento, è caduta e ha trascinato nella sua rovina anche la bandiera italiana e lo stendardo di Roma. Forza delle immagini e dei simboli. Ovvio, non significa nulla di particolare, significa solo che c’era molto vento a Roma. Però, è curioso che proprio in un momento in cui i sindaci e esponenti delle istituzioni, trasversalmente, cominciano a interrogarsi sulla Ue e sul suo egoismo, capiti una cosa del genere.
La bandiera non doveva cadere: scatta la censura
Ma osservando quel filmato, c’è qualcosa che non è affatto una coincidenza metereologica, e che invece denota una studiata regia su tutte le comparsate pubbliche della Raggi. Si sa che i grillini stanno molto attenti alla comunicazione e all’immagine. Bene, osservatela anche voi. Mentre si sta osservando il minuto di silenzio, improvvisamente, come detto, la bandiera europea rovina a terra, la Raggi si gira, e l’operatore dalla telecamera, resosi conto di quanto sta accadendo, immediatamente sposta la telecamera stessa. Gesto istintivo o qualcuno glielo ha segnalato? La ripresa si sposta sul sacerdote vicino, poi sui vigili urbani, e alla fine si concentra su una poco interessante parete del Campidoglio, dove esita per alcuni secondi.
La stessa regia che spinge a cancellare gli oppositori
Ora, come si fa a non pensare a una regia, una censura che cancella tutto quanto reputato inopportuno e non ufficiale, come la improvvisa caduta di una bandiera, che disturba l’evento? E’ chiaro, se ci avessero riflettuto, avrebbero capito che in realtà la colpa non era della Raggi o del cerimoniale, ma solo del vento. Ma è proprio la mentalità della censura, del tutto va bene, che ha spinto il cameraman, o chi per lui, a spostare la ripresa altrove. E’ lo stesso spirito giacobino e intollerante che spinge i moderatori delle pagine social grilline a cancellare e a rimuovere chiunque osi fare delle critiche o addirittura solo a porre domande. Come è capitato a noi. La gente se ne è accorta e ora i grillini rischiano di sparire.