Quando la sinistra ammetterà i crimini dei partigiani, allora sarà 25 aprile per tutti

giovanni gentile 25 aprile (2)

La sinistra soffia sul fuoco del 25 aprile non per spirito di Patria ma esclusivamente per attaccare il governo della Destra che ha stravinto le elezioni. Aiutata dai grandi giornaloni, dalle tv e persino dalla Rai, che dovrebbe esere un servizio pubblico e invece attacca tutti i giorni il legittimo governo italiano. Come hanno detto in queste ore molti osservatori ed esperti, da Mannheimer a Violante, da Massimo Fini ai giornali internazionali, l’opinione degli italiani sulla resistenza è tutt’altro che univoca. La sinistra vorrebbe passarla come una guerra di liberazione quando invece loro avrebbero voluto sostiuire un regime con un altro, e fu solo Stalin che disse no alla dittatura comunista in Italia perché a Yalta si erano spartiti il mondo diversamente. Poi, non fu affatto una guerra all’oppressore e invasore nazista, perché i tedeschi erano alleati.

Il 25 aprile finì la guerra civile

Il 25 aprile si celebra, semmai, la fine di una guerra civile sanguinosa tra italiani, e questa fine fu possibile non certo grazie ai partigiani ma grazie alle truppe “alleate” che invasero e bombardarono le nostre città. Finché la sinistra non ammetterà tutto questo non ci potrà mai essere una festa condivisa. La sinistra italiana dovrebbe invece ammettere e condannare le innumerevoli atrocità compiute dai partigiani rossi, anche a guerra finita. contro la popolazione italiana, contro i suoi stessi compatrioti. L’elenco è sterminato, dalle foibe all’esodo alle marocchinate ai bombardamenti a tappeto sui civili agli attentati terroristi, ma ci limiteremo a sottolineare gli atti efferati dei partigiani contro persone inermi e innocenti.

Dall’omicidio Gentile ai sette fratelli Govoni

Uno degli atti più gravi fu l’assassinio del filosofo Giovanni Gentile a Firenze, un uomo di 70 anni, che in vita sua aveva maneggiato solo la penna e i libri, assassinato in un agguato vigliacco a Firenze, gesto condannato anche da parte della sinistra di allora. Poi vogliamo parlare della strage di Argelato, nella quale morirono i sette fratelli Govoni, compiuto con ritualità ferocissime e a guerra finita: l’ottava sorella, che aveva un bambino piccolo, si salvò solo perché era altrove. Poi la strage di Schio, ricordata pochi giorni fa, quando i partigiani entrarono in un carcere e sterminarono decine di persone, tra cui donne e minori, ritenuti da loro fascisti. Orrore fece anche la strage di Lovere, quando i partigiani entrarono in un ospedale, presero due malati fascisti e li gettarono nel lago dopo averli massacrati con spranghe.

Le atrocità dei partigiani vanno assolte perché erano i buoni?

Di queste atroci cronache è piena la resistenza, dalle ragazze della Rsi violentate, torturate e uccise, alle giovani camicie nere rapiti nelle loro case e giustiziati in un fosso, dopo magari essersi fatti dare i soldi dai genitori. E a proposito di soldi, anche gli attori Luida Ferida, incinta, e Osvaldo Valenti, fascisti, fucilati per strada a Milano senza alcun processo e successivamente la loro casa depredata. Di queste storie terribili è piena l’Italia, e sarebbe bene che l’Anpi e tutta la sinistra le ammettessero e chiedessero scusa alle vittime e ai loro familiari. Negli ultimi 80 anni abbiamo solo sentito parlare delle stragi naziste e fasciste, ma ce ne furono altre: sono giustificate solo perché commesse dai sedicenti “buoni” della storia? Disse Pertini: “La guerra travolge tutto”: certo, ma deve valere per tutti.