Quando Mussolini affrontò e vinse la “battaglia del grano”. Anche grazie al padre di Kennedy…

battaglia del grano

Benito Mussolini nel 1939 incontrò Joseph Kennedy sr, il padre del futuro presidente Usa John, che allora era Ambasciatore nel Regno Unito a Roma in un’osteria nei pressi di piazza Margana a Roma. Sul tavolo la questione del grano ma anche altri temi bilaterali. Un incontro che si inserisce in piena “battaglia del grano”, la campagna lanciata da Mussolini nel 1925 per cercare di risolvere una situazione che pesava eccessivamente sulla bilancia commerciale italiana. La campagna lanciata dal regime fascista aveva, infatti, come obiettivo di perseguire l’autosufficienza produttiva di frumento. Nel 1924, il Regno d’Italia importava 22 milioni di quintali di frumento rispetto ad un consumo totale di 73,8 mln di quintali (la produzione era pari a 44,7 mln di quintali).

Così l’Italia aumentò la produzione del grano

E nel 1938, grazie alla campagna, l’Italia riuscì ad aumentare la produzione di frumento portandola a 81,838 mln di quintali. E nel contempo a ridurre le importazioni portandole a 2,9 milioni di quintali per un consumo totale pari a 78,125 mln. In quegli anni si registra anche il primato per la produzione di frumento per ettaro superando quella statunitense. Un successo, quindi, ma a scapito di altre colture che erano più redditizie. Negli anni successivi le importazioni, rispettivamente nel 1939 e nel 1940, risalirono a 6,4 mln di quintali (consumo di 80,7 mln, produzione 79,81 mln) e a 6,905 mln (consumo di 65,949 mln, produzione di 71,04 mln). Ed è proprio in quel periodo che si inserisce l’incontro a Roma tra Mussolini e Kennedy sr.

L’Italia chiese il supporto tecnico Usa per costruire le strade in Etiopia

L’Italia in quell’anno era impegnata in Etiopia e cercò l’assistenza statunitense dal punto di vista tecnologico. Servivano macchine da movimento terra per costruire le strade nel Paese africano ma anche aerei, come il famoso Boeing 307. Anche l’immigrazione verso gli Usa era un tema di forte interesse per l’Italia in quegli anni. L’introduzione, negli anni ’20, delle quote di ingresso per l’Italia rappresentava un danno in quanto l’immigrazione favoriva il calo della disoccupazione e permetteva un trasferimento di soldi dagli Stati Uniti all’Italia grazie agli immigrati. Secondo alcuni storici che citano gli appunti di lavoro del direttore centrale del Credito Italiano, Mario Alberti, infatti, Joseph Kennedy sarebbe stato già preso in considerazione nel 1923 tra i possibili investitori americani in Italia.

Joseph Kennedy non era un supporter degli inglesi

Al tempo in cui Mussolini era interessato a coinvolgere la finanza internazionale nei grandi programmi di modernizzazione della nazione. Joseph Kennedy, Ambasciatore nel Regno Unito tra il 1938 e il 1940, è però un personaggio controverso. Sostenitore del non interventismo degli Usa durante la seconda guerra mondiale, guardava con favore alla Germania. Probabilmente anche a causa delle sue origini irlandesi non guardò mai troppo con favore alla corona britannica.