Quello della Meloni è il governo con la più bassa percentuale di clandestini morti in rapporto a quelli sbarcati

“Giorgia Meloni ha dichiarato che il suo governo ha la percentuale più bassa di migranti morti o dispersi nel Mar Mediterraneo in rapporto a quelli sbarcati sulle coste italiane. Abbiamo verificato che cosa dicono i numeri degli ultimi sette governi e la presidente del Consiglio ha ragione”. E’ quanto riporta “Pagella Politica”, progetto editoriale nato nel 2012 che si occupa di verifica dei fatti e analisi dell’attualità politica. “Da quando si è insediato il governo Meloni, al 22 marzo in Italia sono sbarcati circa 40.400 migranti e nel mar Mediterraneo centrale ne sono morti o andati dispersi quasi 400: intorno all’1 per cento degli arrivi – sottolinea “Pagella Politica” -. Questa è la percentuale più bassa registrata dai sette governi presi in considerazione.
Il governo con la percentuale più alta di vittime è il Conte 1
Al secondo posto c’è il governo Letta con circa 650 morti su 45 mila arrivi (1,4 per cento), al terzo posto il governo Draghi con oltre 2.800 morti su quasi 152mila arrivi (1,9 per cento). Poi ci sono il governo Renzi con il 2,1 per cento (quasi 10.400 morti su circa 500 mila arrivi), il governo Gentiloni con il 2,4 per cento (oltre 3.200 morti su circa 133 mila sbarchi) e il secondo governo Conte con 2,7 per cento (circa 1.100 morti su quasi 42mila arrivi)”. “Il governo con la percentuale più alta di morti o dispersi sul totale dei migranti sbarcati è il primo governo Conte – quello sostenuto da Lega e Movimento 5 stelle – con il 10,3 per cento: più di 1.500 morti su circa 15mila arrivi”, prosegue “Pagella Politica”.

Meloni non aveva mentito
Che ribadisce che questa classifica “fa riferimento solo ai migranti che sono effettivamente riusciti ad arrivare in Italia (e non a quelli partiti) e ai morti e dispersi conteggiati dall’Unhcr, sulla base di fonti stampa locali e internazionali, delle autorità nazionali, di organizzazioni non governative e dei superstiti dei naufragi. È possibile che ci siano stati naufragi con morti sfuggiti ai conteggi”. La stessa “Pagella Politica” osserva che “il rapporto tra morti in mare e arrivi è un indicatore che può cambiare in modo rilevante anche in conseguenza di un solo evento drammatico, come un naufragio con molti morti. Per esempio più della metà dei morti o dispersi in mare registrati durante il governo Letta (368 su 645) sono relativi a un singolo naufragio, quello avvenuto il 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa”.