“Quest’anno Babbo Natale non viene”: l’amarezza degli animatori

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Il governo scontenta proprio tutti, anche gli animatori, con le sue scelte sbagliate e ridicole. Limiti alle feste private? «Una vigliaccata. È surreale perché togli la possibilità ai bambini di socializzare. La salute da proteggere non è solo quella fisica ma anche quella mentale. I bambini hanno bisogno di avere degli input. Ormai sono alienati, parlano come Gomorra perché sono abituati a vedere solo le serie tv e a stare davanti ai computer e ai videogiochi». Così all’Adnkronos Rodolfo d’Errico, in arte Rudi, l’animatore dei bambini. «Come al solito vengono penalizzati i bambini», sottolinea ancora.

Gli animatori: hanno distrutto il settore

«Ormai hanno distrutto questo settore. Le ultime feste che ho fatto erano al massimo con 10/15 bambini distanziati, all’aperto e a volte anche con la mascherina. Mi sono sempre attenuto a tutte le regole ma la gente ormai è terrorizzata, le scuole e i circoli mi hanno disdetto feste addirittura il giorno prima perché gli organizzatori avevano paura». «Non possono fami scomparire», continua Rudi. «Questa decisione non me la sarei mai immaginata! Mi metto a disposizione delle mamme anche come baby sitter, noi viviamo di settimana in settimana e le bollette le devo pagare anche io. Ti immagini le forze armate che entrano in casa della gente a spaventare i piccoli? Questo ormai sembra un film di fantascienza».

Sembra che Babbo Natale non verrà

“Quest’anno anche Babbo Natale ha deciso di non venire», dice ironico l’animatore dei bambini. «Non gli conviene perché rischia anche lui. Faccio questo lavoro da a 42 anni -racconta Rudi- ho fatto solo questa attività e non ho mai avuto un momento libero. Durante il lockdown mi sono rifiutato di assecondare la buffonata delle feste on-line. Sono totalmente contrario a tutto ciò che aliena i bambini. Bisognerebbe staccargli il wi-fi. Io vivo del ricordo che hanno i bambini, di quello che ho fatto per loro, per farli sorridere”.

Provvedimenti inspiegabili e ottusi

Noi animatori, aggiunge, «ci siamo sempre comportati bene. La salute è fondamentale ma bisogna anche lavorareO chiudi tutto, compresi i supermercati, o si cerca di trovare delle soluzioni. Ormai siamo alla follia. Io stesso anche se lavoro da solo, non so fino a quando riuscirò a resistere con i miei risparmi. Io già non lavoravo più con i ritmi di prima, le feste le facevo soprattutto nel weekend. Noi non abbiamo nessuna voce in capitolo”, conclude l’animatore.

«Se non ascoltano l’opposizione figurati se ascoltano noi animatori. È tutta una ipocrisia. Se chiudi prima i ristoranti crei più assembramenti perché la gente andrà a mangiare tutta insieme. Non si può entrare anche nel privato delle famiglieLa gente continuerà a vedersi, si passerà alla clandestinità degli affetti. Non credo che ne usciremo e la paura che ci hanno messo addosso durerà per mesi e mesi».