Qui non cambia nulla: le partite Iva il 10 marzo di nuovo in piazza a Roma

partite iva in piazza (2)

Le partite Iva scendono in piazza a Roma con uno sciopero nazionale annunciato per il 10 marzo. “L’Italia è il Paese europeo con il più alto numero di Partite Iva. Ben 4,6 milioni di lavoratori autonomi che lo Stato italiano ha da sempre vessato con tasse inique, utilizzandole come bancomat per sanare le falle delle spese folli dovute alla burocrazia”. Lo afferma Giuseppe Palmisano, presidente dell’associazione Partite Iva Insieme per Cambiare, un movimento spontaneo nato un anno fa su facebook che oggi raccoglie sui social oltre 450mila iscritti.

Le partite Iva sono allo stremo

“Una situazione aggravata dall’emergenza sanitaria, con milioni di lavoratori e imprese che stanno chiudendo perché indennizzi e ristori non sono arrivati o sono comunque insufficienti. Per questi motivi abbiamo deciso di indire il primo storico sciopero nazionale delle partite iva che si terrà mercoledì 10 marzo alle ore 10 a Piazza del Popolo a Roma”. annuncia Palmisano. L’associazione riferisce che alla manifestazione stanno aderendo diverse di associazioni nazionali e regionali. Fra cui la Silb Fipe (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo), l’Apit (Associazione Partite Iva per il Territorio Italia), l’Associazione Nazionale Dj, il Mio- Movimento Imprese Ospitalità. Poi l’Aias (Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza), il Pin (Partite Iva Nazionali), la Rete delle Partite Iva.

Adesioni da tutta Italia per la protesta

“Stiamo raccogliendo adesioni da tutta Italia da parte di Partite Iva ma anche da altre categorie di lavoratori. Vogliamo chiedere al nuovo governo Draghi di ascoltarci. A differenza di chi ci ha preceduto che non si è degnato neppure di rispondere alle nostre istanze”, spiega Palmisano. “Le micro, piccole e medie imprese, gli autonomi e i cassintegrati, rappresentano la realtà lavorativa che più di ogni altra ha subito danni economici a causa delle restrizioni imposte dai vari Dpcm. Per questi lavoratori i sussidi si sono ridotti a mere promesse”. L’associazione Partite Iva Insieme per Cambiare ricorda quindi che da mesi ha lanciato “una serie di proposte.

Ecco le richieste delle partite Iva

Fra le quali maggiori indennizzi alle attività colpite, la liquidità immediata alle imprese, la riduzione del carico fiscale al 30-35%. Poi la presunzione di innocenza in campo fiscale secondo il principio nessuno è evasore fino a prova contraria accertata da sentenza definitiva. Il no al pagamento anticipato delle imposte come gli acconti d’imposta, la sanatoria dei debiti tributari pendenti in base all’effettiva capacità contributiva di ognuno e dilazioni lunghe (10-15 anni). E ancora il no a limiti al contante, l’introduzione di ammortizzatori sociali a protezione del reddito anche ai lavoratori autonomi. E, infine, la semplificazione della burocrazia”.