Quinta busta esplosiva a Roma. La pista è antifascista
Una busta esplosiva, la quinta, è arrivata per posta ieri pomeriggio a un 54enne, portiere di un residence di lusso in zona Ponte Milvio, che lo ha poi consegnato inesploso alla stazione dei carabinieri di Palombara Sabina. Il plico sospetto e a lui indirizzato è simile ai quattro (tre dei quali esplosi) recapitati nei giorni scorsi ad altrettanti residenti nella Capitale.
Sulla busta nomi di mittenti falsi
La busta era indirizzata ad una donna con il suo stesso cognome ma da lui sconosciuta. Per questo l’uomo, insospettito, lo ha consegnato ai carabinieri della stazione di Palombara Sabina, a poca distanza dalla sua abitazione. Da qui, messo in sicurezza, gli artificieri lo hanno aperto e consegnato agli uomini del Ros e del reparto investigazioni scientifiche. Le cinque buste sono state confezionate dalla stessa mano.
Al vaglio immagini di telecamere di sorveglianza
Intanto le indagini vanno avanti. E come in passato in altre parti d’Italia, si segue la pista anarchica e antimilitarista. Proverrebbero da un negozio cinese i materiali, pila e scatoletta di legno, utilizzati per confezionare i cinque plichi esplosivi inviati nei giorni scorsi ad altrettante persone che hanno provocato tre feriti. Per questo gli investigatori di Ros e Digos, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale e dal pm Francesco Dell’Olio, stanno passando al setaccio le immagini di videosorveglianza di diversi bazar cinesi, in particolare a Roma Nord e Prati.
Cresce dunque l’ipotesi che le buste esplosive siano frutto della mano di una stessa persona e gli inquirenti che procedono per attentato con finalità di terrorismo e lesioni personali, continuano a battere la pista anarchica e antimilitarista. Sugli episodi non è arrivata alcuna rivendicazione. Potrebbero essere partiti tutti nello stesso giorno. Erano per indirizzi di Aurelio, Fidene, Balduina e Fiumicino.
I destinatari nel mirino dei terroristi
Come rivela Il Messaggero, “la lettera era per una ex dipendente amministrativa dell’università di Tor Vergata, ma l’involucro era stato aperto da un’impiegata insospettita del centro di smistamento posta di Fiumicino. Le altre due vittime, pure loro pensionate, erano un’ex professoressa dell’università Cattolica e una dipendente dell’Inail. Avevano ricevuto le buste a casa, una a Fidene e l’altra in zona Balduina. Sono rimaste tutte e tre ferite. L’ateneo di Tor Vergata a ottobre ha siglato un accordo con l’Aeronautica Militare, mentre la Cattolica, nel dicembre 2017, aveva stretto un’intesa di cooperazione con una struttura della Nato”.
(Foto da Frosinone magazine)