Raggi, cena con 400 persone l’8 giugno. Tanto il covid è di destra

La sindaca Raggi sta organizzando una mega cena per il prossimo martedì 8 giugno. Obiettivo, coinvolgere 400 supporter per la prossima campagna elettorale. Che nei fatti è già iniziata. Nulla di nuovo sotto al sole, si dirà. Perché le cene elettorali sono sempre esistite. Anche se facevano parte di quella liturgia da prima Repubblica, che i grillini avevano promesso di mettere in soffitta per sempre. Pazienza, si sa che la vita (e il potere) portano spesso a cambiare idea. Ma il fatto che questo raduno si svolga quando ancora molte attività non possono aprire per il rischio covid, lascia molto perplessi. Al di là dell’ovvia felicità del ristoratore. Che gestisce una trattoria di campagna ad Ostia antica, nella tenuta Aldobrandini .Ecco, a lui auguriamo il massimo successo. E di potersi riprendere almeno in parte dalle  perdite economiche di questi mesi. Ma perché la sindaca può organizzare eventi, e ad esempio i matrimoni sono ancora vietati? E le piscine coperte rimangono chiuse fino al primo luglio? Mistero. Così viene in mente il mitico Alberto Sordi. Stupendo interprete nel film il Marchese del Grillo. Con il suo celebre ‘io so’ io, e voi non siete un…’. La parte finale della frase la completino pure i nostri lettori. Tanto ce la ricordiamo benissimo tutti.

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Dalla festa della Raggi ai gazebo del PD. Ma gli elettori della sinistra sono ‘covid free?’

Forse gli elettori e i simpatizzanti della sinistra sono covid free. Ce lo auguriamo per loro, ovviamente. Altrimenti non si spiega come il PD possa apprestarsi a celebrare le sue (finte?) primarie. Con decine di gazebo che saranno collocati in tanti quartieri della città. Alla faccia del divieto di assembramento. Mentre quando i leader del centro destra hanno portato qualche migliaio di persone in piazza a Roma, sono stati tacciati di essere degli irresponsabili. Degli untori. E poche settimane fa, i ristoratori sono stati confinati a piazza del Pantheon. Con un imponente schieramento delle Forze dell’ordine. Per non arrivare fin sotto al Parlamento. Mistero, come quello che avvolge la cena elettorale della Raggi del prossimo 8 giugno. Anche se la chiave giuridica ce la fornisce lo stesso ristoratore Riccardo Maiani. Sicuramente in buona fede, almeno lui. Qui serviamo i nostri prodotti dell’azienda agricola, ha spiegato il commerciante al corriere.it. E la nostra specialità è la carne alla brace. Ma non siamo tecnicamente un agriturismo. Infatti abbiamo la licenza come ristorante di campagna. Quindi possiamo ospitare anche più di 80 persone. Per la cena della Raggi abbiamo predisposto tutti tavoli da quattro, visto che lo spazio non ci manca. E avremo a disposizione degli ospiti anche un covid manager. Tutto giusto. Ma i dubbi restano tanti. E le critiche pure.

Se non è un evento questo, chi dovrà rispettare i divieti?

Non sarebbe tecnicamente un vero e proprio evento. E neanche una festa. Ma una simpatica cena in campagna all’aperto. Quindi permessa dagli ultimi provvedimenti del governo Draghi. Questo è l’escamotage usato dalla Raggi, o da chi per lei ha organizzato la cena ad Ostia antica del prossimo 8 giugno. Con la bellezza di 400 partecipanti previsti ai tavoli. Ma è chiaro che il segnale dato va in tutt’altra direzione. Al di là di chi abbia ragione o torto in punto di diritto. Perché autorizza chiunque abbia uno spazio all’aperto, gestisca uno stabilimento balneare o organizzi matrimoni, a dire la stessa cosa. Qui siamo tutti amici, e ci mangiamo solo una cosetta insieme.  Nessuno festeggia niente. E quindi, addio divieto. Ecco, una furbata di questo tipo sarebbe già grave se immaginata da un comune cittadino. Fatta da un sindaco, suona invece come una insopportabile prevaricazione. E una gigantesca persa in giro.

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