Raggi, compreremo le case per la povera gente. Ma quelle che ci sono cadono a pezzi

Ennesimo annuncio di fine mandato della sindaca di Roma Virginia Raggi. Che evidentemente sta cercano di rompere l’assedio a cui è sottoposta anche all’interno de Movimento 5 Stelle. E in qualche modo di coprire le tantissime defezioni di questi giorni. Che stanno colpendo i grillini nei municipi, in Campidoglio e in Regione. Sono già cinque i parlamentini caduti in questa consiliatura, e alcuni presidenti come la Monica Lozzi si sono schierati pergamene contro la sindaca. Mentre le recentissime dimissioni del consigliere regionale Marco Cacciatore da presidente della commissione urbanistica casa e rifiuti fanno ancora scalpore. Cosa ha fatto l Raggi in quattro anni, ha dichiarato cacciatore. Un po’ di asfalto e qualche aiuola. E di fatto la scissione nel partito di Grillo e Casaleggio è già in atto. Così la Raggi ha pensato di cavarsela con un annuncio ad effetto. Di quelli che in genere si riservano a fine mandato. E che solitamente rientrano nei programmi del futuro mandato. Se si verrà rieletti. Compreremo gli alloggi per le famiglie più povere e in difficoltà, ha dichiarato la prima cittadina in un post. Abbiamo a disposizione 86 milioni di euro e semplificheremo anche le procedure di acquisto. Peccato però che le case che ci sono cadano a pezzi. E che gli italiani le vedano solo con il binocolo.

Raggi, compreremo gli immobili sfitti per darli ai poveri. Ora fa la Robin Hood ma le graduatorie sono ferme e nessuno fa manutenzione

La sindaca Raggi si deve essere sentita un po’ come Robin Hood. Compreremo le tante case sfitte che ci sono a Roma e le daremo a chi ha bisogno, ha dichiarato in un tweet. Bisogna poi vedere a chi andranno eventualmente questi alloggi, perchè le graduatorie sono assolutamente ferme. E  entrano solo gli occupanti di professione. Quasi mai gli Italiani. Ma forse prima la Raggi dovrebbe buttare anche un occhio alla manutenzione degli immobili. Che cadono letteralmente a pezzi. Intonachi divelti, umidità dentro gli appartamenti e ambiente insalubre infatti la Fano da padroni negli alloggi popolari. E molto spesso gli ascensori sono rotti per mesi. Con persone anziane e disabili imprigionato dentro casa. Per non parlare della pulizia periodica e della cura del verde, per cui basta una parola. Inesistenti. E allora arriva puntuale la denuncia del vice presidente dell’Assemblea capitolina e consigliere di Fratelli d’Italia Francesco Figliomeni. Sullo stato dell’edilizia residenziale pubblica il sindaco Raggi si comporta come le tre scimmiette, ha dichiarato Figliomeni. Non vede, non sente e non parla. Invece degli slogan, dovrebbe fare un piano di manutenzione straordinario del patrimonio del comune di Roma. Prima che cada qualche cornicione pericolante e ci scappi la tragedia. Vada a casa il prima possibile, conclude il consigliere del partito di Giorgia Meloni. I grillini hanno già fatto troppi danni.

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Con l’acquisto delle case sfitte il comune rischia di fare nuovi residence. Era meglio puntare sugli immobili degli Enti

Se proprio si voleva dare una risposta sul terreno del diritto alla casa, allora era meglio puntare sugli immobili degli Enti. Che sono già abitati da tante famiglie di cittadini romani. E che con la liberalizzazione del mercato hanno raggiunto affitti spesso insostenibili. Con il rischio di impoverire ancora di più quella  piccolissima borghesia che cerca di resistere nonostante tutto. E di creare altro disagio sociale. Questa la denuncia di Marco Palma e di Federico Rocca, rispettivamente consigliere di FDI del municipio 11 e componente dell’esecutivo romano del partito. Non aver incluso in questo piano casa la possibilità di acquistare le ex  case degli Enti in dismissione nei quartieri di Magliana e al Tuscolano denota una totale assenza di strategia, hanno dichiarato i due esponenti politici del partito della Meloni. Lo avevamo già proposto nel 2005 ed esistono atti depositati in Consiglio comunale. Serve solo la volontà di riprenderli. Che evidentemente alla Raggi e ai grillini manca. Ci auguriamo soltanto che tutta l’esperienza del passato adesso non vada persa. E che si possa procedere rapidamente anche in questa direzione.

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