Raggi, ecco la prima pietra del Museo della Shoah. Ma la Comunità ebraica la bacchetta

La Raggi si appresta a postare la prima pietra di quello che sarà il Museo della Shoah di Roma a Villa Torlonia. E lo fa con un annuncio ufficiale. “Roma avrà un Museo della Shoah. È una bella notizia per la nostra città. Vorrei che questo tema si tenesse fuori dal fango da campagna elettorale. La memoria è una cosa importante. Ci vuole rispetto”. Così la prima cittadina, che probabilmente si aspettava una reazione diversa da parte della Comunità ebraica. Con la quale è ai ferri corti da qualche mese. Almeno da quando la sindaca ha deciso di delocalizzare gli urtisti dalle vicinanze di Piazza S. Pietro. Quei venditori di immagini sacre ed oggettistica religiosa, quasi tutti di origine ebraica. L’annuncio di ieri poteva essere l’occasione per rompere il ghiaccio, ma così non è stato. Anzi, la replica ufficiale alla iniziativa della Raggi è stata al vetriolo. Con l’accusa esplicita di muoversi solo ora, in piena campagna elettorale. Mentre il progetto del Museo è vecchio di anni. E di trascinare un tema così delicato nella competizione politica, con il voto alle porte. Proprio l’opposto di quanto la prima cittadina ha dichiarato. Ma evidentemente, dai diretti interessati le parole della sindaca non sono state giudicate sincere.

La Raggi sbaglia i tempi dell’annuncio, irritazione dalla Comunità ebraica romana

La sindaca Raggi ha messo le mani avanti. E nell’annunciare la imminente posa della prima pietra del Museo della Shoah, ha invitato a non strumentalizzare la vicenda per fini elettorali. Ma per la Comunità ebraica romana, i tempi dell’annuncio sono tardivi e sbagliati. Perché il progetto è vecchio ormai di anni. E iniziare i lavori a pochi giorni dal voto, sembra proprio una scelta strategica della prima cittadina. Che va nella direzione opposta alle sue dichiarazioni. Ecco allora il distinguo della Comunità, che politicamente suona come uno schiaffo per la sindaca uscente. La cui iniziativa si sta trasformando in un pericoloso boomerang.

“La memoria e’ un valore imprescindibile che deve unire la città di Roma e non prestarsi a protagonismi elettorali. Per questa ragione la Comunità non parteciperà all’evento, come a qualsiasi altro evento pubblico di natura elettorale”. Questa la dichiarazione all’Ansa di ieri, e sembra proprio che tra la Raggi e gli Ebrei di Roma il ghiaccio non si sia ancora sciolto.

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