Raggi non è Nerone. Ma gli autobus che bruciano sono sempre di più (video)

La sindaca Raggi certamente non è un novello Nerone. Ma le fiamme che avvolgono la città ogni volta che brucia un autobus ormai stanno diventando un’abitudine. E anche un rischio per i malcapitati utenti del trasporto pubblico della Capitale. I numeri sono impressionanti, e segnano una progressione geometrica. Secondo una statistica riportata da Repubblica, erano poco meno di 60 le vetture andate a fuoco tra il 2016 e il 2018. Ma a fine dello scorso anno, saremmo arrivati a 144 mezzi arrostiti. Mentre nei primi cinque mesi del 2021, le combustioni sarebbero state almeno sette. Per finire con quella di ieri al Lungotevere della Marina. Numeri imbarazzanti, che l’Atac cerca di smentire. Dividendo tra incendi veri e propri e guasti. Che poi avrebbero scatenato le fiamme. Una distinzione sottile, che non aggiunge molto al disastro in corso. Chissà se ne terrà conto la Procura, che sta indagando da qualche mese su tutta la vicenda. Con l’ipotesi di disastro colposo. Perché la flotta è troppo vecchia, e le manutenzioni sarebbero carenti. Insomma, un cocktail esplosivo. Pronto letteralmente a prendere fuoco.

Ora la Raggi arruola pure gli autisti Atac per la campagna elettorale. E intanto un altro bus va in fiamme

L’età media degli autobus è passata da sei a dodici anni. Sporcizia e scarsa manutenzione alla base degli incendi

Nel 2006, l’età media della flotta degli autobus dell’ATAC era di 6,4 anni per mezzo. Nel 2018, era schizzata già a 12,8. Forse basterebbe questo dato a fornire una prima spiegazione. Sul perché dei tanti guasti e incendi che rendono il trasporto pubblico a Roma potenzialmente pericoloso. E che allungano maledettamente i tempi di attesa alle fermate. Perché un’altro dato che fa impressione, è quello relativo ai mezzi effettivamente circolanti ogni giorno. Per servire una platea superiore ai 4 milioni di utenti. Ebbene, sempre 15 anni fa i bus su strada superavano l’80% del parco disponibile. Oggi sono fermi a un modesto 63%. Il che significa che compreso il contributo dei privati, Roma TPL e linee S, in strada non circolano più di 1800 vetture. Le altre (circa 2400 totali ndr) sono bruciate. O ferme in officina per le riparazioni. Che rappresentano l’altra nota dolente. Perché basta andare alla rimessa di Grottarossa, per vedere le fila dei ‘cadaveri’ degli autobus andati a fuoco. Cannibalizzati, come si dice in gergo. Cioè utilizzati per i ricambi, nelle parti ancora integre. Impossibile quindi risalire esattamente alla data e alla tipologia dei mezzi riparati. In ogni caso, il bus andato a fuoco su via Flaminia Vecchia ieri aveva 17 anni.  E i tecnici spiegano che l’età avanzata rimane il rischio più grande. Insieme alla sporcizia nel vano motore. E alle buche di Roma, che allentano le parti meccaniche. Agevolando la perdita di olio e combustibile. Come in una tempesta perfetta. Anziché d’acqua, di fuoco.

https://lab.gedidigital.it/repubblica/2018/cronaca/bus-incendi/

Chiara Colosimo (FDI), a Roma è tempo di cambiare

E sulla vicenda degli autobus che vanno a fuoco è intervenuta sul quotidiano Il Tempo anche la consigliera regionale di Fratelli d’Italia Chiara Colosimo. Con una dura critica alla gestione grillina dei trasporti in città. “L’ennesimo autobus in fiamme suona come una presa in giro per i cittadini romani – ha tuonato l’esponente del partito di Giorgia Meloni. Mentre ieri, infatti, la Raggi ha presentato in pompa magna la nuova flotta Atac, oggi il trasporto pubblico scopre il suo vero volto. Le bugie dell’amministrazione capitolina come al solito hanno le gambe corte. É proprio ora di cambiare. Roma e i romani non si meritano di assistere a questi spettacoli”.

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