Raggi lancia la ‘bomba’. Sulla mia ricandidatura decida Rousseau.

La sindaca Virginia Raggi è uscita allo scoperto. Chiedendo tramite Facebook di sottoporre la sua ricandidatura al giudizio della piattaforma Rousseau. Ovvero alla volontà espressa in rete dagli iscritti e dai militanti grillini. Una mossa a sorpresa, che in un attimo ha fatto il giro di tutte le agenzie di stampa. E che rischia di rappresentare un’altra grana nei rapporti tra il Pd e il Movimento 5 Stelle a Roma. Infatti le posizioni nel campo del centro sinistra sono note da tempo. Con il leader di Azione Carlo Calenda che ha sempre detto, con la Raggi mai. Ma anche con i dem che hanno escluso a più riprese la possibilità di una convergenza sul nome della sindaca uscente. Accusandola più volte e apertamente di non avere affatto amministrato bene la città in questi cinque anni. Per non parlare del ‘fuoco amico’, che ha visto spesso la prima cittadina sotto tiro. Da parte della presidente del Municipio VII Monica Lozzi ad esempio. Ma anche con le dichiarazioni di ex amici. Come il consigliere capitolino e presidente della commissione mobilità Enrico Stefano. Che ha imputato alla Raggi una “mancanza di visione” della città in alcune scelte amministrative. Come ad esempio quella di aprire i varchi della ZTL durante l’emergenza sanitaria. E infine, la capogruppo in Regione Lazio Roberta Lombardi. Che a settembre dichiarava pubblicamente, “la sindaca pensa più alla carriera che alla propria forza politica”. Una polveriera insomma. E la richiesta di un voto su Rousseau è il modo in cui la Raggi vuole venirne fuori.

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Raggi, decida Rousseau se correrò o meno per sindaco. Basta giochi di palazzo, e voglio un quesito chiaro

“E’ il momento che la base M5S si esprima sulla mia candidatura a Roma. Basta ambiguità e giochi di palazzo. Credo che, a poco più di tre mesi dal voto, sia un atto dovuto soprattutto nei confronti dei cittadini: siamo tutti ormai stanchi dei giochetti da vecchia politica”.  Così la sindaca di Roma Virginia Raggi in un post su Facebook.

“Lo scorso anno, mi sono candidata in piena trasparenza. Vorrei la stessa chiarezza da parte di tutti e non leggere retroscena o assistere, come avviene ormai da anni, a trame di potere volte a isolare chi è scomodo… Il mio pensiero va anche a Giuseppe Conte che stimo -aggiunge Raggi nel post-. Lo ripeto: basta ambiguità. Se qualcuno ha altri piani sulla città, lo dica apertamente. Si dia voce alla base. Intendiamoci: no a formule arzigogolate ma un voto netto sulla mia candidatura a Roma. Gli strumenti ci sono. La scelta alle persone”. Ecco il messaggio diretto della prima cittadina ai vertici grillini. E adesso qualcuno le dovrà rispondere.

Ora che succede?

La Raggi ha sparato le sue cartucce. Ora spettera’ ai vertici del Movimento rispondere. Chiaro che questa mossa spariglia le carte, e forse non è un caso che la stessa sindaca abbia anticipato i tempi. Visto che iniziava a sentire puzza di bruciato.  Adesso chi chiedeva a gran voce un confronto con la base dovrà decidere. Se correre e contarsi su Rousseau o meno. Con il rischio di fare una figuraccia in caso di sconfitta. O peggio, di passare  solo per contestatori strumentali in caso di rinuncia. Altro tema, la prima cittadina si è subito schierata a favore del governo Draghi. Pur manifestando pubblicamente la stima per l’ex premier Conte. Una posizione molto simile a quella dell’ex capo politico Luigi Di Maio. Con un asse che rischia di mettere fuori gioco contestatori e ‘dissidenti’. Con un big come Di Battista che è stato chiaro, se fossi s parlamentare voterei no. Questa ‘mossa del cavallo’ sarà sufficiente alla Raggi per avere il via libera? E nel caso, il PD alleato al governo insisterà con il veto? Vedremo. Per ora Virginia se la ride. E i suoi (tanti) manici sono un po’ più preoccupati di qualche ora fa.

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