Rai 3 riscrive la storia delle radio libere: e a Roma si riaccende la guerra delle ‘frequenze politiche’
Roma, la radio torna improvvisamente “scandalo”, “cultura” e anche “politica” grazie al docu-film “Onde Ribelli – 50 anni di libertà in FM”, trasmesso su Rai 3, che ha riacceso un riflettore potente su una domanda che l’Italia si porta dietro da mezzo secolo: chi decide davvero chi può parlare? Solo che oggi, al posto dell’antenna e della frequenza, ci sono feed, piattaforme e algoritmi.
Come rivederlo (senza impazzire): RaiPlay
Prima di tutto, se te lo sei perso in tv, si rivede in streaming su RaiPlay. Cerca il titolo completo oppure apri il link diretto al seguente link: https://www.raiplay.it/programmi/onderibelli-50annidilibertainfm
La voce che guida il viaggio: Luca Ward, e il racconto “da film”
Il documentario è narrato da Luca Ward, scelta che non è solo estetica: la sua voce “cinematografica” trasforma la storia delle radio libere in una specie di thriller culturale. Non una lezione scolastica, ma un viaggio sensoriale: città che si accendono, studi improvvisati, microfoni economici, notti insonni e una febbre collettiva che sposta il baricentro della comunicazione.
I protagonisti: da Vasco Rossi a Linus, passando per Cecchetto e Red Ronnie
Qui sta il punto: “Onde Ribelli” non si regge su un solo volto, ma su un mosaico di testimoni che hanno fatto la radio (e spesso la musica e la tv) in Italia. Vasco Rossi racconta gli inizi a Punto Radio a Zocca, quando non c’era ancora il mito, ma la voglia di “passare un disco e farsi sentire”. Poi arrivano Red Ronnie, Claudio Cecchetto, Linus, Tiberio Timperi, Anna Pettinelli e altri protagonisti di quell’epoca che, messi in fila, spiegano una cosa semplice: la radio è stata il primo social network vero, ma con la pelle addosso e senza filtri.
Dal mito collettivo alla politica “di parte”: il caso Schiuma e Radio Cuore Tricolore
Dentro questo racconto più ampio si inserisce anche una traiettoria diversa, più politicizzata e per questo più controversa: quella di Fabio Sabbatani Schiuma e dell’esperienza di Radio Cuore Tricolore, legata a una stagione che va “dal Movimento Sociale ad Alleanza Nazionale”. Qui la radio non è solo intrattenimento: è bandiera, identità, appartenenza, e anche scontro sul diritto di essere voce “schierata” nello spazio pubblico.
Il contesto romano: calendario 2026, Giornalisti 2.0 e il ritorno del dibattito
A Roma, la presentazione del Calendario 2026 “Libere onde – 50 anni di radio libere in Italia” — organizzata dal presidente di Giornalisti 2.0 Maurizio Pizzuto con la presenza dell’on. Gianni Sammarco — ha funzionato da amplificatore: non solo celebrazione, ma occasione per rimettere sul tavolo un tema politico enorme.
La domanda finale (scomoda): libertà di espressione per tutti o solo per… chi piace?
Il docu-film lascia una scia: ieri si combatteva per aprire l’FM, oggi si combatte per non sparire nei meccanismi invisibili della distribuzione digitale. Il punto non è la nostalgia. Il punto è il presente: la libertà di comunicare esiste davvero se vale solo per le voci “comode”? E se la risposta è no, “Onde Ribelli” non è un amarcord: è un avvertimento da non perdere e da guardare dall’inizio alla fine.