Rai, il sindacato Pluralismo e libertà: “No a una guerra tafazziana alla nuova dirigenza”
“Basterebbe leggere il comunicato ufficiale del Mef dopo l’incontro di ieri per non trovare traccia di incertezza sul canone, come affermano le Cassandre della maggioranza Usigrai, anzi si parla di mantenimento delle risorse necessarie per raggiungere addirittura l’obiettivo della media company: ‘Durante la riunione è stato affrontato anche il tema del canone Rai. A questo proposito è stata decisa la costituzione di un tavolo tecnico per individuare anche eventuali future nuove soluzioni che garantiscano la trasformazione della Rai in Digital Media Company, mantenendo le risorse necessarie al raggiungimento degli obiettivi concordati'”. È quanto si legge in una nota di Pluralismo e libertà, componente sindacale Usigrai.
“Un sindacato a cui sta a cuore il futuro dell’azienda e dei suoi lavoratori, non può non accogliere con favore l’importante avvio di un dialogo costruttivo fra l’azionista di riferimento e la Rai. Grave anche che il comitato di redazione del giornale radio Rai, in un comunicato senza precedenti, abbia ritenuto di sbugiardare l’amministratore delegato Roberto Sergio: lo ha fatto sulla base di un comunicato dell’Esecutivo Usigrai che raccontava di un primo tavolo sindacale con il nuovo vertice di viale Mazzini. Nel comunicato Usigrai successivo all’incontro si dice testualmente: ‘L’Ad ha sostenuto che non ci sono stati tagli di budget in questi anni per Radio1, 2 e 3 mentre sarebbero cresciute troppo le spese per trasferta e per questo ritiene che, per esempio sullo sport ,si debba fare qualcosa in più da sede invece che sul posto’. Nel comunicato del Cdr del Grr è scritto: ‘Apprendiamo dal comunicato Usigrai dell’incontro con l’AD, nel quale è stato affrontato anche il capitolo della nostra Radio. Contestiamo con forza le affermazioni fatte in quella sede dall’AD. Per quanto riguarda i recenti tagli di budget, negati dall’AD, precisiamo che più volte i Direttori hanno spiegato ai Cdr di aver avuto mandato dai vertici aziendali di tagliare, anche cifre a più zeri ogni anno'”, continua la nota.
“Prima di tutto una domanda: quali sono i direttori che avrebbero parlato ai Cdr di tagli al budget imposti dai vertici aziendali? Gravissimo appare poi il fatto che lì dove l’Usigrai – relativamente alla questione budget – non abbia smentito le parole dell’Ad, questo lo abbia fatto il Cdr del Giornale Radio non presente all’incontro. Sconcertante, infine, il fatto che un attacco all’amministratore delegato provenga da un Cdr che non si è degnato neanche di consultare la base, l’assemblea di testata. Sicuramente non avrebbe avuto l’unanimità: ecco il vero problema. Non si tratta di fare il sindacato giallo ma di rispettare la verità sostanziale dei fatti”, conclude Pluralismo e libertà