Raimo, i complici dell’assessore che sputa sul sangue

Raimo Ramelli

Fa abbastanza pena quell’assessore, Christian Raimo. Gioca a fare il dotto, si occupa di cultura nel terzo municipio ma senza mai dimenticare l’estremismo che lo accompagna da una vita.

Circondato dall’omertà dei suoi compagni. Già, perché non c’è stato un cane, nella sinistra romana, a prendere le distanze da Raimo.

Raimo contro Veltroni

I fatti. Ieri Veltroni pubblica una rievocazione di Sergio Ramelli sul Corriere della Sera. Ramelli fu assassinato a sprangate in giovane età, a Milano. Morì dopo diverse settimane di coma. L’articolo di Veltroni è stato stroncato da Raimo con un tweet davvero spregevole: “La figura Ramelli, icona del peggiore neofascismo, subisce il lavaggio veltroniano”. Disgustoso, che altro dire.

Ovvia l’indignazione a destra. Meno ovvio il silenzio a sinistra, dove pure ogni giorno si ulula contro l’odio degli altri. Questo personaggio amministra un pezzo di Roma anche grazie al Pd.

Da Zingaretti neppure una parola di presa di distanze da uno che sta con quel linguaggio nelle istituzioni.

Tace pure la sindaca Raggi, che ha paura delle ombre rosse sul suo cammino verso il vano tentativo di restare sulla poltrona del Campidoglio.

Il presidente del Municipio, Caudo, fu assessore della giunta Marino. Ha letto le improvvide, incoscienti dichiarazioni del suo assessore alla cultura? Un tipetto del genere può restare al suo posto senza pagare dazio?