Rampelli ammutolisce il grillino Turco: “Ma che stai a dì?” (video)

La7

A Omnibus si scatena il putiferio. Nella puntata di lunedì 3 ottobre su La7 Mario Turco e Fabio Rampelli sono i protagonisti di un duro scontro. “Riscontriamo una certa continuità tra il governo Draghi e questo ci preoccupa molto”, dice il deputato M5s. A quel punto, sbuffando, il deputato di Fratelli d’Italia nonché e vicepresidente della Camera prende la parola: “Ma che sta a dì? È stata detta una cosa falsa, non abbiamo votato contro il Pnrr. È una notizia totalmente infondata, sei disinformato. Abbiamo votato anche per lo scostamento di bilancio successivo”.

Il video da La7 e la posizione di Rampelli

“Le cose vanno fatte come si deve. Va coniugata la necessità di fare le cose velocemente con altrettanta forse maggiore esigenza di farle bene”. È quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia dagli schermi di Sky sui futuri assetti del governo. “C’è comunque una collaborazione istituzionale tra il governo dimissionario e il governo in pectore – ha spiegato – e questa collaborazione durerà finché non avremo un nuovo governo con i pieni poteri costituzionali. Occorre comunque agire con prudenza le cose vanno fatte bene. Giorgia Meloni è consapevole del fatto che occorra nel minor tempo possibile avere un governo operativo perché comunque le scadenze sono tante, alcune di queste sono drammatiche a causa della limitata capacità di resistenza delle famiglie e delle imprese italiane”.


“Però le cose vanno fatte come si deve – ha aggiunto – va coniugata la necessità di fare le cose velocemente con altrettanta forse maggiore esigenza di farle bene”. Sul profilo dei futuri ministri suddivisi tra tecnici e politici, Rampelli precisa: “Intanto dei tecnici c’è bisogno sicuramente perché senza una capacità tecnica è difficile attuare programmi e progetti di governo. Il problema è capire se debbano stare in posizione tecnica quindi all’interno della macchina amministrativa oppure se possano stare all’interno del Consiglio dei ministri. Se i tecnici non hanno una visione politica, difficile possano fare i ministri. Se invece questi esperti ce l’hanno possono perfettamente collaborare con un governo capitanato dal leader di un partito e di una coalizione”.