Rampelli: “Attenzione, da anni nei campi nomadi bruciano il rame rubato per pulirlo”

furti di rame (2)

Gli incendi possono anche essere collegati col rame rubato. “Sono almeno 10 anni che denuncio i roghi tossici nella Capitale, eventi dolosi sui quali i campi nomadi hanno una responsabilità precisa tanto quanto chi ha fatto di tutto per nascondere il problema, ignorarlo o minimizzarlo. Mica vorrai colpire un’etnia solo perché purifica con il fuoco il ferro e il rame dalle sporcizie? Question time e interrogazioni, incontri con i vari prefetti e questori di Roma, sopralluoghi nei posti dell’appiccamento, nulla è servito neppure la richiesta ai vari ministri dell’Interno (da Minniti in poi) di usare l’esercito”. E’ quanto dichiara il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

Colpire gli acquirenti di rame rubato

“Il bello, si fa per dire, è che si conoscono anche gli acquirenti della merce e della refurtiva che viene depurata col fuoco che appesta l’aria. Lo hanno confermato nelle audizioni della Commissione d’inchiesta sul degrado delle periferie attiva nella scorsa legislatura fior fiore di istituzioni preposte alla vigilanza e alla pubblica sicurezza. Ma sono tutti rimasti fermi per non interrompere la filiera criminale. Semplicemente perché secondo la sinistra questa non è criminalità, ma integrazione. E oggi tutto il Pd e il M5s esprimono solidarietà ai cittadini romani. Non c’è limite all’improntitudine”, conclude Rampelli.

Non ci sono elementi per ipotizzare una regia comune sugli incendi

Intanto si apprende che ci sarà un coordinamento tra tutte le forze dell’ordine per rendere più rapido ed efficace lo scambio di informazioni utili alle indagini sui maxi incendi che hanno colpito la Capitale. E’ quanto deciso in un vertice tenuto oggi in Procura a Roma dove si è fatto un primo punto. Fra inquirenti e investigatori si è deciso di rendere più veloce possibile la comunicazione fra tutte le forze dell’ordine e i magistrati. Sia in fase di indagini che nell’ambito della prevenzione. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore Francesco Lo Voi, indagano a 360 gradi e non si esclude alcuna pista. Al momento però non ci sono elementi per ipotizzare una regia comune dietro i maxi incendi.