Rampelli e quella tenda per le donne dei pescatori rapiti (video)

Rampelli pescatori

Ci voleva Fabio Rampelli per quelle famiglie dei pescatori a Roma. Quella tenda in piazza Montecitorio – che il vicepresidente della Camera ha chiesto alla Croce Rossa ricevendo l’assenso del presidente Francesco Rocca – è qualcosa di più di un gesto di straordinaria umanità.

E’, insieme, un esemplare simbolo di presenza patriottica al fianco delle famiglie dei pescatori rapiti dalla Libia più di due mesi fa. Madri e figlie, alcuni dei familiari, gli armatori dei pescherecci sequestrati proditoriamente, sono da tempo a Roma a chiedere aiuto per riabbracciare i loro congiunti. Ogni tanto si fa vivo un deputato o un membro di governo, ma loro restano lì, con notizie ogni giorno più scarse. Poi, è arrivato Rampelli e per le famiglie dei pescatori in protesta, almeno una grande tenda attrezzata per poter passare i loro giorni e le loro notti davanti al Palazzo.

Quella tenda da Rampelli e Cri alle famiglie dei pescatori

In una nazione civile donne che presidiano le istituzioni per chiedere di liberare i propri mariti pescatori sequestrati da un ‘signore della guerra’ libico – ha detto Fabio Rampelli – devono poterlo fare nel decoro e con dignità. Mentre per quasi 40 notti sono rimaste per strada in condizioni disumane e inaccettabili.

Davanti a quel presidio il video girato dal vicepresidente della Camera. “Tra le vergogne italiane c’è anche questa che vedete dietro di me”. Con alle spalle il presidio delle mogli dei pescatori, Rampelli era tornato a chiedere l’impegno del governo. Per la liberazione dei pescatori da due mesi nelle galere di Bengasi. E per il risarcimento economico alle famiglie che da due mesi vivono senza stipendio.

L’appello ad un governo che finora sembra sordo

E aveva promesso l’arrivo in giornata di una tenda termo-riscaldata messa a disposizione della Croce rossa italiana per consentire alle famiglie di proseguire la “loro legittima protesta in condizioni decorose”. Protesta che finora è stata ignorata dal governo Conte e dalla Farnesina. “Riportate a casa i nostri amici, padri, figli, mariti, uomini di mare, pescatori italiani. Conte, Di Maio non lasciateci soli”.  E’ lo striscione che le famiglie dei pescatori di Mazara hanno issato di fronte a Montecitorio.

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