Rampelli: “La democrazia deve essere di tutti, anche di chi non parla la lingua inglese…”

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“La proposta di legge che ho presentato non multa nessuno che parli o scriva la lingua inglese, sanziona le amministrazioni pubbliche, le società participate, le multinazionali”. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati, interviene così durante l’evento “Pensare l’immaginario italiano – Stati generali della cultura nazionale” all’Hotel Quirinale di Roma. Parla della sua proposta di legge sulla promozione della lingua italiana e assicura che le sanzioni non saranno verso i cittadini italiani ma enti, istituzioni, società. Ricorda l’importanza dell’identità italiana che non è una pietra ma un “albero” che può piegarsi al vento avendo comunque delle “radici profonde”. “Fare cultura dalle nostre parti è sicuramente esaltante. La definizione di cultura di destra è parziale”.

Rampelli: linciaggio contro la mia proposta di legge sull’italiano

E spiega: “Ha una matrice precisa che affonda radici nella cultura italiana che è per definizione universale, uno strumento formidabile per leggere le altrui culture nel tentativo di fare crescere il bene comune. La presenza sul territorio è importante perché le realtà locali sono importanti perché ruotano attorno al concetto di comunità. La comunità si è storicamente giustapposta alla società di matrice roussiniana. Non posso non approfittare di questa circostanza per non dire qualcosa che ha visto la nostra comunità politica protagonista di linciaggio mediatico per la promozione della lingua italiana” – prosegue -. “La lingua non è di destra né di sinistra. La lingua madre tutelata da 18 nazioni su 27 in Europa. Probabilmente in ragione del fatto che dalla caduta del muro di Berlino la globalizzazione si è portata dietro un’unica lingua dominante.

Moltissimi Paesi europei tutelano la loro lingua nazionale

La proposta di legge che ho presentato non multa nessuno. La democrazia deve essere accessibile a tutti, anche a chi non conosce le lingue straniere. Quindi è importante avere il diritto di comprensione, una legge presente in Francia varata dopo che una ditta voleva fare firmare il contratto in inglese ai suoi dipendenti per il quale i sindacati hanno fatto ricorso. In Europa la lingua italiana è una minoranza linguistica, per questo dovremo provvedere a difenderla, tutelarla e promuoverla”, conclude, “Dobbiamo insegnare ai nostri figli comunque a essere poliedrici nelle lingue ma questo aspetto non configge con l’altro. L’identità (italiana, ndr) non è una pietra tombale ma un albero che si piega ai flussi del vento ma si poggia comunque su radici profonde”.