Rebibbia, violentissima sommossa causata dai detenuti cosiddetti “incollocabili”

carcere rebibbia

Sembra davvero senza fine la continua spirale di violenza che da molto tempo ormai caratterizza le carceri laziali, oggi affollate da oltre 5.700 detenuti. “Questa notte, presso il penitenziario di Roma – Rebibbia Nuovo Complesso si è sfiorata la tragedia”, riferisce il segretario generale del Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria Donato Capece. “Verso le 4 del mattino, a causa di alcuni detenuti, cosiddetti incollocabili (ovvero coloro che per ragioni prevalentemente sanitarie, di incompatibilità e disciplinari), ristretti nel reparto detentivo G6. I detenuti hanno dapprima iniziato e gridare e a fare ogni genere di rumore e successivamente posto in essere atti autolesivi. Il tutto nonostante gli fosse stata più volte prestata assistenza sanitaria per presunte e lamentate problematiche fisiche.

Gli agenti a rischio della vita sono riusciti a risolvere la situazione critica

“Dopo la ripetuta e difficoltosa assistenza data – aggiunge -, non paghi, contemporaneamente in più camere detentive, hanno appiccato il fuoco a materassi e lenzuola. Facendo divampare un pericolosissimo incendio in tutto il reparto. Nonostante la concitazione e le difficoltà del momento, un ristretto gruppo di Poliziotti Penitenziari, alcuni persino accorsi da casa e dagli alloggi di servizio, con fatica e non comune spirito di servizio, mantenendo la calma, hanno evacuato e messo in sicurezza tutti detenuti. Facendoli raccogliere nel cortile passeggi. Gli agenti intervenuti, peraltro, hanno tutti messo in pericolo la propria incolumità fisica, dal momento che molti dei ristretti erano noti per la loro aggressività. Nei minuti successivi all’evento, sono prontamente intervenuti anche il direttore e il comandante dell’istituto”.

Endemica carenza di personale

Impietosa l’analisi del sindacato Sappe. “Quanto accaduto riaccende il problema, spesso sottovalutato dal Dap, della endemica carenza d’organico. Carenza che non emerge nei momenti di relativa calma, ma che si manifesta in tutta la sua drammaticità in caso di eventi critici. Purtroppo, come sempre accade, a rimetterci sono sempre gli agenti che in simili situazioni sono costretti a intervenire senza nessun protocollo d’intervento. E privi di idonei dispositivi di protezione e in numero a dir poco inadeguato”.