Recovery Fund, a Roma solo le briciole. Nel Piano di ripartenza e resilienza la Capitale resta al palo

Roma resta al palo. E se non scompare dagli stanziamenti previsti dal Recovery Fund, e dal Piano nazionale di ripartenza e resilienza che il governo Draghi si appresta a portare in Europa, poco ci manca. Infatti, nel documento di 337 pagine, non c’è nulla per metropolitane, chiusura dell’anello ferroviario, potenziamento dei trasporti e delle infrastrutture, decoro urbano. Nonostante nel precedente governo Conte II, il ministro Gualtieri avesse annunciato un possibile impiego di 10 miliardi di euro. Da mettere nel PNRR, per rilanciare definitivamente la Capitale. Buone intenzioni, rimaste tali. E mai tradotte in concreti impegni contenuti nero su bianco nel testo da spedire alla Commissione UE. Nello specifico, per Roma sono previsti solo 800 milioni. Dei quali 500 del progetto ‘Caput Mundi’, mirato al Giubileo 2025. Soldi da spendere per la manutenzione e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città. E delle ville e dei parchi storici. Oltre a questi, 300 milioni andranno per il raddoppio degli studios di Cinecittà. Tutto qui. Se non è un tradimento mentre si discute di come dare uno status nuovo e più ambizioso alla Capitale, poco ci manca.

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Roma resta al palo. Per treni, bus e metropolitane bisognerà ricorrere ai fondi ordinari

Niente fondi nel PNRR per finanziare  trasporti e infrastrutture a Roma. Eppure queste opere sarebbero vitali, per il rilancio della Capitale. Sono fondamentali  la Metro C e i prolungamenti della B a Casal Monastero e della A a Casalotti. Ed è importante attuare i corridoi riservati con la messa in marcia di mezzi ecologici ad alta capacità, bus e nuovi tram. E bisognerebbe scegliere modalità economiche e di rapida attuabilità per aumentare l’offerta di trasporto pubblico e la velocità commerciale dei mezzi.

Ma sul fronte dei trasporti la Città eterna si dovrà accontentare di poche opere, realizzabili in tempi relativamente brevi. È il caso della funivia Casalotti-Boccea, uno dei progetti simbolo della giunta M5S. Annunciata da Virginia Raggi nella campagna elettorale di cinque anni fa. Tra tante polemiche, e ancora presente solo sulla carta. Ma anche la tranvia su viale Palmiro Togliatti, nella periferia orientale romana, che dovrebbe fare da cerniera tra le tre linee metropolitane. E probabilmente il tram dei Fori Imperiali, destinato a diventare un collegamento fondamentale in pieno centro storico. Invece, ancora una volta salterà la famosa chiusura dell’anello ferroviario.  Che attende dai mondiali di calcio di Italia ‘90. Così come è ad oggi non finanziata, la stazione archeologica della metro C di Piazza Venezia. Una tristezza, davvero. Mentre Roma meriterebbe senz’altro, per la sua storia e per le istituzioni che ospita, molto di più.

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