Reddito di cittadinanza, è rivolta trasversale: i grillini hanno fallito anche in questo

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Man mano tutti si accorgono del fallimento del reddito di cittadinanza. Perché è sbagliato il metodo ma anche perché le truffe sono innumerevoli, poiché i controlli non vengono fatti a monte ma viene erogato con troppa superficialità. “In queste ore in molti si accorgono del fallimento del Rdc. Quelli che lo hanno votato, quelli che stanno continuando a finanziarlo e che pur stando al governo fanno finta non sia un problema intollerabile che ogni giorno lo ricevano centinaia di migliaia di persone che non ne hanno alcun diritto. Altri utilizzano slogan demagogici per difendere uno strumento perverso che nasce come politica attiva per trovare lavoro ma ha risolto la vita solo agli inutili Navigator.  Non si tratta di fare la lotta ai poveri e alla povertà, ma di cancellare questo scempio e lavorare a una misura con equità e legittimità.

Il reddito di cittadinanza ha causato più danni che benefici

Ridurre tutto a uno slogan, questo sì strumentale, certamente non aiuta a migliorare la costruzione di un efficace futuro per le nuove generazioni”. Lo dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. “La lost generation – aggiunge – sarà sempre più lost. Inutile dire poi che la soluzione è tagliare gli assegni pensionistici per le generazioni future se poi si buttano miliardi di euro in favore di chi non ne ha diritto. Gli effetti del Rdc sono aumento del lavoro nero, difficoltà di trovare lavoratori per il turismo, per l’agricoltura, per il terziario… Il reddito di cittadinanza va cancellato ora, non domani o dopodomani. Porteremo in Aula una mozione in questo senso e sarà l’ora della verità. Fratelli d’Italia è l’unico partito che può rivendicare di essere estraneo a questo provvedimento da ogni punto di vista”.

Persino Renzi si rende conto dell’errore dell’rdc

E anche la sinistra comincia a capire. “Indire un referendum per l’abolizione del reddito di cittadinanza è innanzitutto un appuntamento democratico per esaltare i valori della Costituzione e della nostra Repubblica fondata sul lavoro e non sull’assistenzialismo”. Lo dichiara in una nota il presidente nazionale della Fapi, Gino Sciotto. “Le piccole imprese pagando le tasse sorreggono il costo della democrazia, della libertà e della coesione sociale. Anche per queste ragioni non possono che condividere e sostenere, senza se e senza ma, l’iniziativa annunciata da Matteo Renzi di raccogliere le firme per indurre un referendum per l’abolizione del reddito di cittadinanza. Noi saremo in campo per difendere il lavoro e la dignità dei lavoratori”, conclude.

“I grillini volevano solo creare dei subalterni”

Lo spiega lo stesso leader di Italia Viva Matteo Renzi. “Nel 2014 noi siamo andati al Governo e c’erano 20 milioni di euro in bilancio sulla povertà. Quando siamo andati via c’erano 2,7 miliardi. Quelli che mi accusano di non pensare alla povertà, prima di aprire bocca devono studiare le carte, prima di farci la morale. Il punto – ha spiegato Renzi – è che il reddito di cittadinanza così com’è non funziona, è diseducativo. E’ un sistema pensato dallo scienziato Mimmo Parisi, preso dal Mississippi e ora rimandato in Mississippi, che ha fatto dell’Anpal un deserto. Hanno inventato i navigator che sono stati un esborso di soldi pazzesco. I soldi del rdc dalli a chi cerca un lavoro, dalli come incentivo. Ma non a finanziare uno strumento di potere, perché nella testa dei 5 Stelle il rdc era il metodo per avere un atteggiamento subalterno del cittadino verso il politico, di sudditanza”.

Il reddito di cittadinanza non ha svolto il suo ruolo di ponte

Anche dal governo giunge una riflessione. “Siamo al governo insieme. Come è possibile pensare che qualcuno al governo voglia fare guerra alla poveri? La Lega poi ha sempre avuto una forte dimensione sociale, attenta ai bisogni della gente comune. Se vogliamo pensare però a migliorare la condizione di tante persone che si trovano senza lavoro, il Rdc deve essere completamente rivisto perché proprio come emerge dal rapporto non ha svolto quella funzione di ponte nel ricollocare nel mercato del lavoro chi ne era al di fuori”. Così Tiziana Nisini, sottosegretaria al Lavoro, risponde al ministro del Lavoro Andrea Orlando che ieri, in occasione della presentazione del Rapporto annuale Inps, si era detto preoccupato che “si sia in procinto di attuare una pericolosa, sbagliata campagna contro i poveri e di criminalizzazione della povertà”.