Referendum 8 e 9 giugno 2025: oltre 9.500 domande per votare fuori sede a Roma

Sono 9.534 le domande complete e valide ricevute da Roma Capitale da parte di cittadini residenti fuori dalla Città Metropolitana, ma presenti temporaneamente nella Capitale per studio, lavoro o cure mediche. Grazie a una procedura dedicata, questi elettori potranno votare a Roma in occasione del referendum dell’8 e 9 giugno 2025.
Nel dettaglio, 4.994 richieste provengono da studenti fuori sede, la fascia più numerosa; 4.449 da lavoratori temporaneamente domiciliati; e 91 domande sono state inoltrate da cittadini presenti a Roma per ragioni sanitarie, in particolare da malati non ospedalieri.

L’attestazione al voto sarà inviata entro il 3 giugno 2025
Chi ha presentato domanda e riceverà la conferma dal proprio Comune di residenza in merito al possesso del diritto di elettorato attivo, otterrà da Roma Capitale un’attestazione di ammissione al voto. Questo documento, disponibile entro il 3 giugno, indicherà la sezione elettorale e l’indirizzo dove il cittadino potrà recarsi per votare.
L’iniziativa agevola la partecipazione democratica, permettendo anche a chi si trova lontano dal proprio domicilio di esercitare il diritto di voto in una fase cruciale per il futuro del Paese.
Cos’è un referendum abrogativo e come funziona il voto
Il referendum abrogativo, disciplinato dall’articolo 75 della Costituzione italiana, è uno strumento di democrazia diretta che consente ai cittadini di cancellare – totalmente o parzialmente – una legge o un atto con forza di legge.
Il meccanismo è semplice: si vota SÌ se si vuole abrogare la norma, oppure NO per mantenerla in vigore. Perché il risultato del referendum sia valido, è necessario che alle urne si rechi almeno il 50% + 1 degli aventi diritto al voto.
I 5 quesiti del referendum dell’8 e 9 giugno 2025
Cinque schede, cinque tematiche centrali per la vita dei cittadini: lavoro, sicurezza e diritti civili. Nei giorni 8 e 9 giugno 2025, gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque referendum abrogativi, con l’obiettivo di modificare o cancellare norme già in vigore.
Ogni quesito tocca aspetti concreti e quotidiani: contratti di lavoro, licenziamenti, risarcimenti per infortuni, cittadinanza e tutele giuridiche nei cantieri.
Ecco nel dettaglio cosa propone ciascun quesito:
Quesito 1 – Licenziamento e tutele crescenti (Jobs Act)
Si propone l’abrogazione del decreto legislativo 23/2015, che ha limitato la possibilità di reintegro per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 nelle imprese con più di 15 dipendenti, in caso di licenziamento senza giusta causa.
Quesito 2 – Risarcimenti per licenziamenti nelle piccole imprese
Questo quesito vuole eliminare il tetto massimo di sei mensilità come risarcimento per i licenziamenti ingiustificati nelle aziende con meno di 16 dipendenti. L’obiettivo è affidare al giudice la valutazione libera del risarcimento, senza limiti imposti dalla legge.
Quesito 3 – Contratti a termine senza causale
Si intende ripristinare l’obbligo di indicare una causale nei contratti a tempo determinato, anche inferiori ai 12 mesi, cancellando la possibilità per datori di lavoro e lavoratori di definire autonomamente le motivazioni del contratto.
Quesito 4 – Responsabilità dell’impresa in caso di infortuni
L’obiettivo è rendere l’impresa committente corresponsabile per tutti gli infortuni sul lavoro verificatisi durante attività svolte da appaltatori e subappaltatori, inclusi quelli non coperti da INAIL o IPSEMA, ampliando la responsabilità per i rischi specifici delle attività affidate.
Quesito 5 – Residenza per la cittadinanza italiana
Si propone di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia necessario per richiedere la cittadinanza. Il quesito estende inoltre il diritto anche ai figli minorenni dei richiedenti.