Referendum 8 e 9 giugno 2025: quanto pagano per fare lo scrutatore o il presidente?

Referendum 2025

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L’8 e il 9 giugno 2025 i cittadini italiani saranno chiamati a votare per un referendum ed esprimersi su cinque quesiti. In occasione di questo importante appuntamento democratico, migliaia di persone saranno impegnate nelle operazioni di voto in qualità di scrutatori e presidenti di seggio, ruoli fondamentali per garantire il corretto svolgimento della consultazione. Ma quanto guadagnano effettivamente coloro che ricoprono queste mansioni?

È presto detto: 262 euro per i presidenti di seggio, 192 euro per gli scrutatori. Questo è il compenso netto e completo che percepiranno le persone impegnate nei seggi durante il referendum dell’8 e 9 giugno 2025, quando gli italiani saranno chiamati a votare su cinque quesiti referendari.

Non si tratta di una paga giornaliera, ma dell’intero importo previsto per le due giornate di voto. Non un lavoro semplice: chi accetta, deve esserci sabato 7 giugno dalle 16:00, per l’allestimento dei seggi, poi domenica dalle 7:00 alle 23:00 per il voto, e ancora lunedì dalle 7:00 fino al termine dello scrutinio.

I compensi completi per il referendum 2025

Il Ministero dell’Interno, con la circolare 41/2025, ha definito i compensi che saranno riconosciuti a chi svolgerà il ruolo di scrutatore o presidente di seggio. La base è di 130 euro per i presidenti e 104 euro per gli scrutatori, ma si aggiungono maggiorazioni per ogni scheda referendaria oltre la prima (fino a un massimo di quattro):

  • +33 euro a scheda per i presidenti
  • +22 euro a scheda per gli scrutatori

Considerando che si voterà su cinque quesiti, il calcolo è semplice:

  • 262 euro ai presidenti di seggio (130 + 33×4)
  • 192 euro agli scrutatori (104 + 22×4)

Per i seggi speciali (come quelli ospedalieri), il compenso è fisso e più basso: 79 euro per i presidenti, 53 euro per gli scrutatori, indipendentemente dal numero delle schede.

Se nel Comune è previsto anche il ballottaggio delle elezioni amministrative, gli importi aumentano:

  • 282 euro per i presidenti
  • 208 euro per gli scrutatori
  • Per i seggi speciali: 90 euro e 61 euro

Nessuna tassa e niente dichiarazione: compensi esenti da imposte

La cifra che si riceve non è tassata e non va indicata nella dichiarazione dei redditi. Lo dice la Legge 53/1990: si tratta di un rimborso forfettario, quindi non soggetto a IRPEF e senza obbligo di CU. Un guadagno pulito.

Diritti sul lavoro: permesso retribuito e riposo compensativo

Chi lavora come dipendente ha diritto al permesso retribuito per tutte le giornate in cui è impegnato al seggio. Se si vota in un giorno festivo, spetta anche un giorno di riposo compensativo. E se si rinuncia al riposo? Si ha diritto a una maggiorazione in busta paga.

Referendum 2025, per cosa si vota: la spiegazione

Il referendum abrogativo è uno strumento di democrazia diretta previsto dall’articolo 75 della Costituzione italiana. Consente ai cittadini di cancellare totalmente o parzialmente una legge o un atto avente forza di legge già in vigore. Il principio è semplice ma potente: se il Parlamento ha approvato una norma controversa, il popolo può decidere se mantenerla oppure eliminarla.

Alle urne, il meccanismo di voto è chiaro: si può barrare per abrogare la norma, oppure NO per mantenerla in vigore. Ma non basta votare: affinché l’esito del referendum sia valido, è necessario che vada a votare almeno il 50% più uno degli aventi diritto. Se non si raggiunge il quorum, il referendum decade automaticamente, anche se vincesse il SÌ.

I cinque quesiti del Referendum abrogativo dell’8 e 9 giugno 2025

Nel weekend dell’8 e 9 giugno 2025, gli italiani troveranno cinque schede, ognuna dedicata a un diverso quesito. I temi al centro della consultazione sono tutt’altro che astratti: lavoro, sicurezza, cittadinanza, contratti e responsabilità in caso di infortuni.

Ecco un riepilogo chiaro, scheda per scheda, di cosa si sta votando.

Quesito 1 – Licenziamento e contratto a tutele crescenti (Jobs Act)

Si chiede di cancellare il decreto legislativo 23/2015, che limita il reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento ingiustificato per chi è stato assunto dopo il 7 marzo 2015, in aziende con più di 15 dipendenti.

Quesito 2 – Risarcimento per licenziamenti nelle piccole imprese

Il quesito mira a eliminare il tetto massimo di sei mensilità per il risarcimento ai lavoratori licenziati ingiustamente nelle aziende con meno di 16 dipendenti. Se approvato, sarà il giudice a stabilire l’importo, senza limiti prestabiliti.

Quesito 3 – Contratti a termine senza causale

L’obiettivo è abrogare la normativa attuale che permette di stipulare contratti a tempo determinato senza giustificazione. Con il SÌ si tornerebbe all’obbligo di indicare una causale, anche per contratti brevi (sotto i 12 mesi).

Quesito 4 – Infortuni sul lavoro e responsabilità dell’impresa

Si propone di rendere le imprese committenti corresponsabili per gli infortuni sul lavoro subiti da lavoratori di appaltatori e subappaltatori, anche quando i rischi sono legati alla loro attività specifica. L’obiettivo è ampliare la tutela delle vittime.

Quesito 5 – Residenza e cittadinanza italiana

Il quesito intende ridurre da 10 a 5 anni il periodo minimo di residenza legale richiesto per ottenere la cittadinanza italiana. La modifica si estenderebbe anche ai figli minorenni dei richiedenti.