Regione Lazio, Rocca si ricandida: “Ottimi risultati”. Ma intanto liste d’attesa infinite e case Ater fatiscenti
Il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca festeggia i suoi mille giorni di governo, vantando di avere una maggioranza coesa e risultati eccezionali. I cittadini, dal canto loro, si chiedono dove siano questi risultati, soprattutto nei settori maggiormente vantati dal governatore del Lazio, a partire dalla sanità.
Francesco Rocca si ricandida alle elezioni regionali
Sabato 29 novembre, nel corso del vertice di maggioranza regionale che si è svolto a Monte Porzio Catone, Rocca si è “autocelebrato”, concentrandosi su quelli che, secondo lui, sono i buoni risultati che le riforme in tema di sanità stanno producendo sul servizio sanitario regionale a beneficio dei cittadini. Ha poi illustrato un Lazio che, a suo dire, vola sul piano economico: “contenimento del debito”, “miglioramento dei conti pubblici”, “attrazione degli investimenti”, “internazionalizzazione” e persino un’agricoltura in forte crescita.
E, per rimarcare, ha assicurato che tutto “funziona” anche sul fronte delle Ater, per le quali ci sarà un’accelerazione dell’attività legislativa nei prossimi mesi, così come per le leggi sulla famiglia, sul cinema e dal nuovo Piano Rifiuti.
Va tutto talmente bene che Francesco Rocca si ricandiderà come presidente della Regione Lazio. Malgrado la regione sia stata praticamente ferma per quasi due anni sia a causa delle lotte interne della maggioranza, sia quelle all’interno dei partiti che la compongono. La corsa alle poltrone è sembrata essere più importante degli interessi dei cittadini e Rocca non è sembrato essere in grado di fare la voce grossa e mettere in riga, da subito, quella che adesso definisce una “maggioranza coesa”. Ma che forse adesso è solo una maggioranza soddisfatta, o esausta, dopo le liti pregresse.
Tutto bello… o no? Cosa ne pensano i cittadini: mesi di attesa per una visita
In tema di sanità, da mesi Rocca racconta di risultati che i cittadini non riescono a riscontrare sulla loro pelle. “Ho rinunciato a chiamare il Cup. Mi hanno preso per sfinimento, sono stanco, non mi curo più”, dice quasi tra le lacrime Salvatore, quasi 88 anni. “Sono cardiopatico, devo fare un ecocolordoppler al cuore. Mi avevano dato appuntamento tra due anni. Ho chiamato tutti i giorni per 2 settimane di seguito, nella speranza di poter trovare qualcosa prima. Alla fine si è liberato un posto. Ho appuntamento alla fine di novembre del 2026, tra un anno. Dovrei anche fare altre visite e pure per queste gli appuntamenti sono a distanza di almeno 8 o 10 mesi. Ci rinuncio. E non posso neanche farle a pagamento. Prego che non mi succeda niente”.
“Io devo fare la visita dall’endocrinologo per l’osteoporosi. Ma l’appuntamento è tra un anno“, racconta Laura. “Ci sono appuntamenti prima, ma solo per altre specializzazioni: se il problema è l’osteoporosi, bisogna aspettare. O pagare. Prendo 600 euro di pensione al mese, non posso permettermi le visite a pagamento”. “Devo fare una risonanza magnetica, devo aspettare 7 mesi. Nel frattempo non riesco a muovermi per i dolori”, dichiara Antonietta. E come loro ci sono altre migliaia di persone in attesa. O che hanno rinunciato ad attendere. Perché sono tanti quelli che, sentendo quali sono i tempi, preferiscono pagare, oppure non curarsi.
Impossibile prenotare la tac al cuore in tutta la regione Lazio
E c’è anche chi non può proprio curarsi, malgrado le abbia provate tutte. Come il marito di Barbara, che fa pure l’infermiera. Malato di cuore, necessita di una tac coronaria. Ma non solo questo esame non è disponibile nella sua Asl, la Roma 6, ma in tutto il Lazio, Nè quest’anno né il prossimo. E nemmeno nel 2027, perché le liste sono chiuse. Eppure è un obbligo di legge far prenotare un esame e far rispettare i tempi. Ma questo non succede. E meno male che per Rocca la sanità è migliorata. Perché se fosse rimasta uguale o se fosse peggiorata, a quest’ora saremmo tutti morti. Noi. Perché “gli altri” si fanno curare a pagamento.
Case Ater che cadono a pezzi
E se i pazienti piangono, gli inquilini delle case Ater non ridono. A Ostia, per esempio, nelle case Ater di viale Vasco de Gama e di via delle Ebridi, gli inquilini abitano in case in gran parte pericolanti, con crepe che si moltiplicano e calcinacci che continuano a cadere. Da oltre dieci anni per quanto riguarda quelle abitazioni si parla di rischio crollo, di sfollamenti possibili e di lavori mai partiti malgrado il pericolo incombente. Più volte ci sono state proteste, sempre inascoltate. E nel tempo sono crollati cornicioni, si sono staccati pezzi di terrazzi, e sono stati chiusi balconi per rischio cedimento.
A Casal Monastero, invece, le palazzine Ater hanno citofoni divelti, portoni rotti e rifiuti ovunque. La situazione non è migliore a Tor Bella Monaca. Degrado, infiltrazioni d’acqua e problemi strutturali anche nelle palazzine Ater a Garbatella e al Quarticciolo. E proprio al Quarticciolo, in via Molfetta, lo scorso marzo è crollato un discendente, mettendo a rischio la sicurezza dei passanti.
Le due facce della Regione Lazio
C’è quindi un Lazio raccontato, quello di Rocca. E un Lazio vissuto, quello dei cittadini “normali”, quelli che non possono mettere mano al portafogli come vorrebbero per ogni minima cosa. Che poi tanto minima non è, soprattutto se si tratta di salute, ma pure della propria casa. E poi c’è il futuro. Con la prospettiva di una nuova candidatura di Rocca. Che dare numeri e belle parole sta diventando bravo. Ma ai cittadini interessano i fatti.
Il presidente racconta un Lazio che scintilla. Peccato che i cittadini vivano in un altro Lazio: quello delle visite a due anni, delle tac impossibili da prenotare, delle case popolari che cadono a pezzi, di un inceneritore che non vogliono e delle attese infinite per qualunque servizio essenziale. Il presidente festeggia i suoi mille giorni come se tutto fosse perfetto. Forse perché, per lui, lo è davvero: nella sua visione della regione, la sanità funziona, la maggioranza è unita e il futuro è radioso.
Poi un cittadino chiama il Cup, aspetta la tac, guarda le crepe sui muri o evita il balcone che perde pezzi…
e scopre che il Lazio reale non somiglia neanche lontanamente al Lazio di Rocca. Ma chissà, magari anche questo, un giorno, ci verrà raccontato come un successo.