Renata Polverini, ci vogliono nelle gabbie. Quelle salariali del PD e del sindaco Sala

Renata Polverini rimane di fondo una sindacalista militante. E quando sente parlare di gabbie salariali si infuria. Non è un caso che sia stata la prima donna italiana alla guida di una grande confederazione sindacale come l’UGL.  E che anche nella politica attiva abbia sempre tenuto al centro del suo impegno i diritti dei lavoratori. Un percorso particolare quello di Renata, che ha suscitato più di qualche critica. Ma che andrebbe considerato proprio con questa chiave di lettura. Proveniente da una famiglia semplice e non certo di destra, la Polverini aveva seguito con entusiasmo l’ascesa e l’affermazione politica di Gianfranco Fini. E con la sua UGL in qualche modo si era spezzato il fronte istituzionale della triplice sindacale. Poi c’è stato ill periodo del governo nel Lazio, con il PDL che non riuscì a presentare la lista. E lei che vinse con la sua civica portandola ad oltre il 30 per cento. Prima dello scandalo Fiorito e delle dimissioni. Lei non c’entrava nulla, ma preferì mollare e voltare pagina. Per molti sbagliando. Infine il passaggio a Forza Italia con la sua elezione a deputata. E i flirt mai smentiti con Italia Viva e il PD.

Polverini, destra e sinistra sono concetti superati. E sulle gabbie salariali il PD farebbe lo stesso errore della Lega

Da ragazza ho avuto la fortuna di assistere dal vivo ad uno spettacolo del grande Giorgio Gaber, ha scritto Renata Polverini sul suo profilo Facebook. Che già allora irrideva la rigida divisione tra destra e sinistra. La buona politica la fanno le persone. E ora il sindaco di Milano Sala rilancia la sciocchezza delle gabbie salariali. Era un cavallo di battaglia della prima Lega, che ho sempre combattuto. Se adesso diventa patrimonio anche del PD, allora siamo rovinati. Questo il pensiero espresso dalla Polverini sui social. Che ha voluto mettete tutti in guardia sui rischi che si correrebbero a pagare meno i lavoratori del Mezzogiorno. Fino a ieri l’idea stupida di salari diversi tra nord e sud Italia era stata solo un retaggio della prima Lega. O di qualche imprenditore del Sud che voleva risparmiare sugli stipendi. Ma oggi grazie al sindaco meneghino entra a far parte dei programmi e delle idee della sinistra illuminata. Da qualsiasi versante politico la si guardi quella delle gabbie salariali resta un’idea orribile e antistorica. Priva di consistenza giuridica e di valenza economica.

Al Sud i servizi sono più cari e non è vero che si campa con meno. E le condizioni dei lavoratori sono peggiorate 

Chi parla di gabbie salariali e di stipendi più bassi per chi lavora al Sud dice una colossale sciocchezza. E dimostra di non conoscere la realtà dei fatti. Perché pagare in modo diverso i lavoratori per la stessa prestazione e’ immorale. E giuridicamente insostenibile. Ma anche sbagliato tecnicamente. Infatti è una leggenda quella che nel Mezzogiorno la vita costi di meno. Qualche esempio? Le assicurazioni sulle auto sono più care. Così come la benzina alle stazioni di rifornimento. Per non parlare della carenza di infrastrutture che ha un costo sociale enorme. Questo ill pensiero di Renata Polverini sul suo profilo Facebook. In risposta al sindaco di Milano Giuseppe Sala. Che ha riproposto l’idea di introdurre le gabbie salariali. Pagando meno i lavoratori del meridione d’Italia. Le condizioni di chi lavora al Sud non sono affatto migliorate in questi anni, e il vero problema sta proprio qui ha concluso la Polverini. Di fronte a una lettura così banale e pericolosa dell’economia e del mondo del lavoro è sempre attuale quanto diceva Tolstoj. Tutte le idee che hanno enormi conseguenze sono sempre idee semplici. E le enormi conseguenze delle gabbie salariali sarebbero certamente negative per tutti.

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