Report: perquisizioni in casa di un inviato e nella redazione di Raitre. La protesta di Ranucci

Report calcio

“Suscitano perplessità e sconcerto le perquisizioni a casa dell’inviato di Report Paolo Mondani e della redazione del programma di inchiesta di Raitre”. Lo riporta Stampa romana in una nota.

“Secondo le prime informazioni rilasciate sui social da Sigrifido Ranucci – la procura di Caltanissetta starebbe sequestrando atti e documenti, anche su cellulari e pc, relativi all’inchiesta sulla strage di Capaci trasmessa ieri in cui si evidenziava la presenza di Stefano Delle Chiaie, leader di avanguardia nazionale, sul luogo dell’attentato”.

La protesta di Stampa romana sulle perquisizioni che riguardano Report

Ci chiediamo – prosegue la nota del sindacato dei giornalisti – se questa iniziativa della magistratura, pur in presenza di una novità rilevante sulle vicende di Capaci, sia tuttavia compatibile con la tutela del segreto professionale.

La tutela delle fonti, l’inviolabilità dei luoghi dove si svolge il lavoro di una intera redazione e degli strumenti di lavoro sono beni preziosi costituzionalmente garantiti sui quali si fonda non solo il giornalismo ma anche il diritto/dovere di informare l’opinione pubblica”.

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Le perquisizioni della Dia nella redazione di Report e a casa del giornalista Paolo Mondani, inviato della trasmissione, in atto da questa mattina all’alba, sono state disposte dalla Procura di Caltanissetta “per verificare la genuinità delle fonti”, come conferma la Procura. Mondani, dicono i pm “non è indagato”.”La perquisizione non riguarda in alcun modo l’attività di informazione svolta dal giornalista, benché la stessa sia presumibilmente susseguente ad una macroscopica fuga di notizie, riguardante gli atti posti in essere da altro ufficio giudiziario”.

“Infatti, secondo quanto accertato da questo Ufficio, in una occasione, il detto giornalista avrebbe incontrato il suindicato Luogotenente in congedo Giustini, non per richiedergli informazioni, ma per fargli consultare la documentazione in possesso di esso giornalista in modo che lo stesso Giustini fosse preparato per le imminenti sommarie informazioni da rendere a questa Procura dice Salvatore De Luca – E’ necessario verificare la natura di tale documentazione posta in lettura al Giustini, che presumibilmente costituisce corpo del reato di rivelazione di segreto d’ufficio relativo alla menzionata attività di altra autorità requirente. Tale accertamento è tanto più rilevante in considerazione dell’importanza che Giustini attribuisce a tale documentazione, nonché a seguito delle contraddittorie versioni fornite da quest’ultimo in materia di comunicazione nel 1992 delle informazioni da parte dell’Arma all’Autorità Giudiziaria di Palermo”.