Repubblica contro i vini con le etichette fasciste ridicolizzata sui social. “E’ questo il ritorno del Duce?”

“Basta vini con le etichette di Hitler e Mussolini”, tuona questo Paolo Berizzi su Repubblica. La campagna elettorale della sinistra non si ferma davanti a niente. Coraggiosamente si scaglia contro chi vuole attentare alla democrazia e all’antifascismo con le etichette eversive. Non sappiamo se a Repubblica si rendano conto di quanto siano ridicoli e soprattutto controproducenti questi metodi. Questo Berizzi ha pubblicato un articolo indignato contro la libera vendita di questi vini, e il web ovviamente lo ha sepolto di risate e di ironia. “Ma è questo il ritorno del facismo?”, chiede qualcuno. Qualcun altro ricorda a Repubblica che ci sono bottiglie in vendita con l’effigie del massacratore comunista Stalin e di quell’altro attrezzo di Che Guevara, ma quelli va bene, quelli si possono vendere. Il solito doppiopesismo della sinistra.
Ma i vini di Mussolini sono buoni o no?
Qualcuno, filosoficamente, commenta: “Bisogna vedere se il vino è buono o no…”. I più dialoganti osservano che “la censura non è mai una risposta”, e i più politici chiedono piuttosto “di parlare di storia e non di etichette”. E’ il solito discorso: la persona di destra non compra il vino con l’effigie di Stalin e passa oltre, la persona di sinistra non compra quelle di Mussolini e ne chiede la proibizione. Un diverso concetto di libertà di espressione e di opinione. E poi ci permettiamo di ricordare a questo Berizzi e a quelli come lui che la costituzione italiana non vieta di essere fascisti o di ritenere il fascismo un buon governo. Nulla di tutto questo. La Costituzione italiana vieta espressamente di ricostituire il disciolto Partito fascista, cosa che nessuno peraltro ha mai pensato di fare.

Ma davvero è questo il ritorno del fascismo?
Molti rimproverano a Berizzi di non parlare d’altro se non di ritorno del fascismo. Un altro osserva che se a qualcuno interessa il fascismo o il nazismo va a leggersi un libro di storia, non le etichette su una bottiglia. Insomma, come dice un altro internauta, “le grandi battaglie di Paolino Pulitzer: la notizia ha già fatto il giro del mondo…”. Ma non è questo, sappiamo tutti che Repubblica sta facendo una campagna elettorale avvelenata, diffamatoria, promettendo inchiesta sul fascismo nelle quali si rivela che la Meloni da piccola era in sovrappeso e scoop di questo genere. La malafede è quasi peggiore dell’essere di sinistra. Rimane l’interrogativo capitale: ma quel vino è buono o no?