Repubblica ossessione Rocca, comincia il solito linciaggio

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Ciclicamente, ogni tre o quattro anni, un cronista di Repubblica et similia, riciccia una vecchia storia di gioventù riguardante Francesco Rocca, ora candidato per il centrodestra alle elezioni regionali del Lazio di febbraio 2023.

A 19 anni di età (ne sono passati quaranta…) lo sorpresero con alcuni suoi amici, lo accusarono di spaccio di droga e condannato a due o tre anni. La migliore dimostrazione di come un uomo possa cambiare con uno straordinario riscatto sociale la offre il suo curriculum personale.

Solita Repubblica contro Rocca

Direttore dell’ospedale Sant’Andrea – e ancora oggi sono orgoglioso di quella nomina – presidente della Croce rossa italiana e poi di quella internazionale mi sembrano gli incarichi più prestigiosi ricoperti. E in coincidenza di ognuno di questi, i soliti articoli. Che però non hanno mai mutato l’opinione di chi lo conosce e ha imparato a volergli bene. Perché si tratta si un tecnico di straordinario valore, proprio nel mondo della sanità.

E poi c’è il vissuto, come ha ricordato il sito notizie.com.

Ma non era un eroe?

Dalle celebrazioni alle accuse, dal ruolo di eroe a quello di uomo dal passato poco chiaro. La storia e la figura di Francesco Rocca, hanno subito un vorticoso cambio di rotta nel giro delle ultime ore. Da quando è stato ufficializzato il suo nome come candidato del centrodestra per la Regione Lazio, sul nome di Rocca sono stati accantonati gli elogi e si è accesa la macchina del fango.

Gli stessi quotidiani che lo esaltavano per i risultati ottenuti a capo della Croce Rossa Italiana, hanno iniziato a screditarlo, rievocando episodi del passato che erano stati accantonati. Soprattutto quando lavorava fianco a fianco con esponenti politici avversi all’attuale Governo.

Peccato che la stessa Repubblica negli ultimi anni si fosse spesa per evidenziarne i meriti e il duro lavoro. Appena a maggio del 2021 Repubblica omaggiava il lavoro di Rocca esaltando i “150 mila volontari italiani, gli Inarrestabili e gli altri 14 milioni sparsi in tutto il mondo”, dando voce allo stesso Rocca che evidenziava “l’enorme lavoro durante la pandemia e il supporto ad ogni vulnerabilità”.

Citofonate a Zingaretti e Speranza

Lo stesso quotidiano regalava enorme spazio al lavoro condiviso di Rocca e Zingaretti. Si trattava della gestione dell’hub vaccinale di Porta di Roma, con foto eloquenti e dichiarazioni condivise. La domanda che molti utenti sui social si stanno ponendo è: “Ma in quei giorni, il passato di Rocca non contava?”. Il rapporto tra Zingaretti (allora Governatore del Lazio) e Rocca era molto stretto. Il 7 novembre del 2017, l’esponente del Pd salutava la sua presidenza. Con un in bocca al lupo e una frase eloquente: “Vince l’Italia della solidarietà e dell’accoglienza”.

Parere evidentemente condiviso anche dall’ex Ministro della Salure Roberto Speranza, che in una conferenza stampa tenuta al fianco dello stesso Rocca ne elogiava il lavoro, ricordando che la Croce Rossa “è stata un pezzo fondamentale del nostro sistema Paese” durante quella “fase molto difficile e senza precedenti” rappresentata dall’emergenza Covid. Ora non vale più…