Ricatto a Raoul Bova, indagato un’amico di Martina Ceretti: “Blocco tutto, ma tu fammi un regalo”

Raul Bova

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La vicenda la conoscono tutti, anche chi non legge i giornali. Perché le foto di Raoul Bova e il testo del messaggio inviato alla modella-influencer Martina Ceretti all’indomani della notte trascorsa insieme sono praticamente ovunque. Insieme a un linciaggio mediatico nei confronti dell’attore. Che, a quanto pare, è anche stato ricattato per non far pubblicare i messaggi che hanno decretato la fine della sua storia con Rocío Morales dopo 12 anni e due figlie. Autore del ricatto sarebbe Federico M., 29 anni, amico dell’influencer, che ha consegnato i file a Fabrizio Corona, il quale li ha poi divulgati su «Falsissimo».

“Blocco tutto se mi fai un regalo”

Al gossip, quindi, si unisce la cronaca. Perché si è aperta un’indagine. La Procura ha aperto un fascicolo nei confronti del 29enne. Nell’atto, come si legge su Falsissimo, il giovane avrebbe provato a «costringere l’attore a corrispondere una somma imprecisata, sì da procurarsi l’ingiusto profitto patrimoniale con pari danno per la parte offesa, non riuscendo nel proposito criminoso per cause indipendenti dalla sua volontà».

Le sue sarebbero state minacce camuffate da favori, ricatti lanciati da un’utenza spagnola che nascondeva ben più di un numero: il tentativo di mettere all’angolo Raoul Bova con un finto accordo amichevole. “Posso bloccare tutto… se mi fai un regalo”, scriveva il presunto autore del ricatto. Federico M., 29 anni, amico dell’influencer Martina Ceretti, avrebbe provato a vendere la privacy dell’attore al miglior offerente. In questo caso Fabrizio Corona, che non ha esitato a divulgare tutto sulla sua piattaforma «Falsissimo».

“Ho gli audio con Martina, ti rovino”

«Altro che Don Matteo», scrive il ricattatore. E in quel messaggio, datato 11 luglio, c’è tutto il tentativo di piegare un volto amatissimo della TV italiana con una minaccia neanche troppo velata. “Ho dei contenuti tra te e Martina Ceretti che ti farebbero molto male”, aggiunge, evocando possibili danni per la sua carriera, la sua immagine e persino la sua storia con Rocío Morales, madre delle sue due figlie.

Il piano, secondo gli inquirenti, era chiaro: ottenere denaro in cambio del silenzio. Non a caso Federico M., che avrebbe usato un account riconducibile a un prestanome, è ora indagato per tentata estorsione.

“Se mi vieni incontro, blocco tutto”

Il tono del messaggio poi si fa ancora più esplicito. «Comunque lunedì esce su Falsissimo, arriva a Corona, ma io posso non farlo accadere… se mi vieni incontro». Il giovane chiede qualcosa in cambio, un regalo, dicendo di “salvare il culo” a Bova. «Sta a te decidere quanto vale non far uscire tutta quella roba…», conclude. Messaggi considerati dal pm Eliana Dolce un vero e proprio ricatto, fortunatamente fallito.

La denuncia alla Polizia Postale di Roma

Dopo aver ricevuto almeno dieci messaggi, Bova ha scelto il silenzio. Nessuna risposta, solo una denuncia formale presso la polizia postale di Roma, prima di affidarsi all’avvocato David Lecci dello studio Tognozzi. Un passo che ha fatto partire l’inchiesta, anticipando l’esplosione mediatica arrivata dieci giorni dopo con la pubblicazione su Falsissimo.

Tutto partito dal telefono di Martina?

Un punto centrale dell’indagine è capire come Federico M. sia entrato in possesso dei file audio e dei messaggi scambiati tra Bova e Martina Ceretti, la modella 23enne da 100mila follower. Lei, almeno per ora, non è indagata, ma il suo telefono è stato sequestrato, insieme a quelli di Corona e dello stesso Federico M..

Che sia stata lei a consegnare tutto di sua volontà? O le sono stati sottratti? Le ipotesi spaziano dal furto di dati alla ricettazione, fino alla possibilità che altri abbiano agito da intermediari. Le risposte potrebbero arrivare presto, grazie all’analisi dei tabulati telefonici.

Corona: “Non sapevamo nulla”

Intanto, Fabrizio Corona, che ha già scontato una condanna definitiva per estorsione, ha cercato di smarcarsi: «I file mi sono stati inviati da Federico M. e Martina Ceretti direttamente dal loro computer. Nessuna acquisizione fraudolenta». A suo dire, l’obiettivo era solo “rendere famosa Martina”, ma qualcuno avrebbe poi preso la palla al balzo per contattare Bova e proporgli un patto: soldi in cambio del silenzio. Peccato che a pubblicare tutto, promuovendo il contenuto sui social, sia stato proprio lui.