Riciclaggio milionario a Roma: sospesi quattro bancari, favorivano conti sospetti legati a un pregiudicato

guardia di finanza Roma

Roma, “cuore pulsante” della finanza e degli scandali. Stavolta al centro dell’inchiesta non ci sono evasori o imprenditori senza scrupoli, ma quattro dipendenti di banca che avrebbero chiuso un occhio – anzi tutti e due – su una lunga serie di movimenti sospetti, lasciando campo libero a un soggetto già colpito da misure cautelari. Ed ecco che stavolta spunta un presunto giro di riciclaggio orchestrato attraverso conti intestati a società di comodo, con prestanome come burattini.

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La rete di conti “invisibili” che non dovevano esistere

Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Roma e dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria, i quattro impiegati bancari non avrebbero mai attivato le procedure di controllo previste dalla normativa antiriciclaggio. Anzi, avrebbero agevolato il cliente – legato a vicende penali pregresse – nel mantenere e movimentare una fitta rete di conti correnti intestati a società riconducibili a prestanome.

Un comportamento reiterato, secondo gli investigatori, che ha spinto il GIP del Tribunale di Roma a disporre per tutti e quattro l’interdizione per 12 mesi da qualunque incarico bancario o creditizio. Un vero e proprio cartellino rosso per chi, in teoria, dovrebbe essere la sentinella contro frodi e fondi illeciti.

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Niente controlli

Niente controlli, nessuna segnalazione, totale disinteresse verso l’origine del denaro movimentato. Secondo l’accusa, i bancari avrebbero violato le regole di vigilanza interna, consentendo così la circolazione di capitali riconducibili a attività sospette. Una condotta che, se confermata, metterebbe in discussione l’intero sistema di controlli interni di quegli istituti bancari.

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