Rieti, detenuto in ospedale aggredisce poliziotto e infermiere con morsi e testate

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Un’altra aggressione ai danni della polizia penitenziaria da parte di un detenuto. Su quanto è avvenuto questa mattina a Rieti riferisce Maurizio Somma, segretario nazionale per il Lazio del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe): “Presso il Reparto di Diagnosi e cura dell’ospedale de Lellis si è verificato un nuovo caso di aggressione provocato da un detenuto con problematiche psichiatriche, ricoverato presso la struttura sanitaria ai danni di un poliziotto penitenziario e dell’infermiere di turno, quest’ultimo accorso per soccorrere l’agente dalla furia scatenante del ristretto. Durante il turno di piantonamento – spiega Somma – il detenuto si è scagliato come una furia addosso al personale di polizia penitenziaria.

Poliziotto e infermiere mandati all’ospedale dal detenuto

Si presume a seguito di alcuni dinieghi e di oggetti non consentiti: l’aggressore, per altro già noto alle cronache e soprattutto ai sanitari della struttura psichiatrica, si è in particolare scagliato con pugni verso il malcapitato. Solo grazie alla tempestività dei riflessi di quest’ultimo, si evitato il peggio, ma nonostante tutto lo stesso aggressore, nel tentativo di essere contenuto, ha morso con forza al braccio l’agente. Successivamente interveniva in soccorso l’infermiere di turno che, nel collaborare al portare alla calma l’aggressore, riceveva una testata al volto riportando danni visibili. A seguito di tale aggressione entrambi il personale di polizia penitenziaria e infermieristico sono dovuti ricorrere alle cure del pronto soccorso per gli accertamenti del caso”.

Queste problematiche da affrontare diversamente

Dura la denuncia del Sappe, primo sindacato di polizia penitenziaria, che interviene ribadendo che “mancano le strutture contenitive per tali soggetti, ma mancano soprattutto gli strumenti adatti alla polizia penitenziaria per difendersi da questo tipo di aggressione, la polizia penitenziaria di Rieti insieme al personale medico sanitario della struttura si sentono abbandonati a se stessi, poiché tali problematiche date da alcuni soggetti altamente pericolosi andrebbero affrontate diversamente, magari con degli sbarramenti che impedirebbero alcune azioni”, conclude Somma. Il segretario generale del Sappe Donato Capece stigmatizza il grave episodio avvenuto nell’Ospedale di Rieti ed esprime solidarietà all’agente del corpo coinvolta ed all’infermiere.

Dati preoccupanti su aggressioni e proteste

“Con questi gravi eventi sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo solidarietà e vicinanza a tutte le colleghe ed i colleghi della Casa circondariale di Rieti ed anche all’infermiere: e questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione”. Allarmanti e inquietanti” alcuni  eventi critici accaduti nelle carceri del distretto laziale-abruzzese-molisano dal 1° settembre: “236 denunce per resistenza ed ingiuria a pubblico ufficiale, 8 proteste collettive con rifiuto di entrare in cella. E aggressioni a poliziotti: 56 quelle che hanno visto assegnare ai malcapitati fino a sette giorni di prognosi, 9 quelle con prognosi da 8 a 20 giorni e ben 6 aggressioni con prognosi maggiori di 20 giorni”.

Operatori abbandonati dalle istituzioni

“Numeri da brividi – conclude Capece -. Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle istituzioni”.