Rifiuti, cabina di regia per Roma e il Lazio. È il fallimento di Raggi e Zingaretti

Nasce una nuova cabina di regia. Nel tentativo di dare uno sbocco alla crisi sulla raccolta e il trattamento dei rifiuti urbani di Roma. Che tra ripicche politiche e difficoltà di programmazione rischia di esplodere da un momento all’altro. Come e peggio di quanto successe a Napoli qualche anno fa. Protagonisti di questo disastro annunciato, Roma capitale e Regione Lazio. La prima, per una raccolta differenziata che non decolla. E per non sapere (o non volere) indicare un sito dove realizzare la futura discarica a servizio della città. Dopo la bocciatura clamorosa di Monte Carnevale. La seconda, per lo stato disastroso in cui si trova tutto il settore.

Ed è fin troppo facile fare il punto. I due TMB di Malagrotta della E. Giovi (orbita Cerroni anche se in amministrazione giudiziaria) potrebbero da qui a breve non trattare più le loro 450 tonnellate al giorno di spazzatura. A causa dei ritardati pagamenti di Ama, almeno a detta del privato. Che minaccia di incrociare le braccia. L’impianto del Nuovo Salario è andato a fuoco. Quello di Rocca Cencia è in parte sequestrato. La discarica di Roccasecca esaurita. Il termovalorizzatore di Colleferro fermo. E il TAR ha bloccato altri possibili ampliamenti di impianti nel sud pontino. Risultato, l’immondizia di Roma va fuori Regione, con costi altissimi. Mentre le altre province del Lazio si ribellano. All’idea di diventare delle discariche al servizio della Capitale.

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Raggi e Zingaretti litigano anche sui rifiuti

E anche sui rifiuti è guerra più o meno aperta tra la sindaca Raggi e il governatore del Lazio Zingaretti. Una crisi strisciante, che è esplosa dopo i recenti arresti eccellenti. Di una dirigente apicale della direzione rifiuti della Regione, e di un noto imprenditore del settore. Con la sindaca di Roma che si è affrettata a dichiarare la sua contrarietà alla politica regionale. Virando dopo tanti tentennamenti su un no deciso all’ipotesi della discarica a Monte Carnevale. In contrasto con la sua prima ordinanza del 31 dicembre scorso, che invece aderiva all’ipotesi avanzata dalla giunta Zingaretti. Ma da via Cristoforo Colombo rimandano al mittente le accuse. E piuttosto, puntano il dito sui numeri irrisori dell’aumento della raccolta differenziata in città. E sulla mancata indicazione di un sito dove conferire la spazzatura. Che dovrebbe essere proprio il Comune ad indicare. Mentre le Province, Frosinone in testa, sono sul piede di guerra. E 11 comuni chiedono aiuto al Ministero per la transizione ecologica. Per non pagare in prima persona i ritardi e le colpe altrui.

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E a Latina il TAR da’ ragione a Rida Ambiente

Se Frosinone piange, Latina non ride. Perché anche in questo caso, le politiche sui rifiuti della Regione sono state clamorosamente sconfessate. In questo caso direttamente dal TAR del Lazio. Che già nel 2017 si era pronunciato, contro l’ipotesi di realizzare un impianto TMB all’interno della discarica di Borgo Montello. E che pochi giorni fa, ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dal privato. Bloccando così di fatto la realizzazione del nuovo mega impianto di trattamento del sud pontino. Ad essere soddisfatta è certamente Rida Ambiente, che opera ad Aprilia. E che il suo impianto per il trattamento dei rifiuti urbani ce l’ha già. Peccato che la Regione non abbia mai assegnato a questo stabilimento all’avanguardia una discarica dedicata dove conferire i rifiuti trattati. Rida era anche intervenuta nel ricorso, come soggetto interessato. Chissà se adesso sul progetto di recupero ambientale dell’ex cava di La Cogna alla periferia di Aprilia qualcuno cambierà idea. Per dare sbocco a una situazione che rischia da un momento all’altro di precipitare Roma e il Lazio in totale emergenza. Con la spazzatura che a Roma sta già tornando tristemente per strada.