Rifiuti, dieci giorni per scongiurare l’emergenza. Opposizioni all’attacco

Dopo la chiusura della discarica di Albano disposta dalla Guardia di Finanza su ordine della Procura di Velletri, è lotta contro il tempo. Per scongiurare il rischio che la Capitale si ritrovi ancora una volta con la spazzatura in mezzo alle strade. L’impianto dei Castelli romani infatti, garantiva lo smaltimento di oltre 1000 tonnellate al giorno di immondizia. Compresi i rifiuti urbani, quelli umidi che vanno stabilizzati. E adesso le alternative sono poche. Andare fuori regione, con costi alti. O utilizzare i pochi impianti con Tmb disponibili nel Lazio, portando il conferimento ai limiti concessi dalle autorizzazioni. Come per esempio per la Rida di Aprilia. Ma intanto, la battaglia si combatte anche sul fronte giudiziario. Con la Ecoambiente, titolare del sito di Albano, che ha presentato istanza di dissequestro al giudice amministrativo.

Morivo del provvedimento che sta mettendo in ansia il Campidoglio, sarebbe la mancanza di una fideiussione che garantisca il recupero post mortem del settimo invaso. Che significa in parole povere, quando la discarica chiude, ci devono essere i soldi per la bonifica ambientale. Mentre i ricorrenti citano un documento della Regione del 2009. Che sposterebbe le garanzie fideiussorie al momento della effettiva chiusura. Ora alla Ecoambiente sono stati dati dieci giorni per depositare le memorie difensive, e poi i giudici stabiliranno chi ha ragione. Ma intanto le opposizioni vanno all’attacco di Gualtieri e Zingaretti. Chiamando in causa sindaco e governatore per la mancata chiusura del ciclo dei rifiuti.

Sulla mancata chiusura del ciclo dei rifiuti il centrodestra va all’attacco

“I sigilli all’impianto, disposti dal Tribunale di Velletri, non ci sorprendono se consideriamo che i comitati civici recentemente avevano già mosso numerosi rilievi in Commissione Capitolina Ambiente”. Lo dichiara il consigliere capitolino di Fratelli d’Italia Andrea De Priamo, presidente della commissione Trasparenza. Che prosegue. “Dopo una campagna elettorale e un insediamento fatto di promesse sul superamento della cattiva gestione della giunta cinque stelle, l’operato del sindaco Gualtieri e del Governatore Zingaretti, anziché vedere una sinergia costruttiva tra due amministrazioni politicamente affini, si sta dimostrando una somma di titubanze e incapacità”.

Anche gli esponenti di Fratelli d’Italia in Regione si scagliano contro i dem. Schierandosi con i cittadini del territorio che da tempo si oppongono all’apertura della discarica. “La Procura ha messo una pietra tombale sull’ennesimo tentativo di prevaricazione con cui l’asse Gualtieri-Zingaretti, voleva scaricare sui cittadini della provincia, le conseguenze provocate dall’ormai decennale incapacità del Partito democratico di proporre soluzioni in materia di rifiuti” tuona il consigliere di FDI Giancarlo Righini. E gli fa eco il collega della Lega Daniele Giannini. “Confidiamo nel solerte lavoro della magistratura per accertare qualsivoglia eventuale responsabilità. Con la consapevolezza che ancora una volta nella popolazione del Lazio cresce il dubbio e il malcontento sull’operato delle amministrazioni targate Pd sul fronte rifiuti”.