Rifiuti, il presidente dell’Ama sorpreso con le mani nella marmellata: al capo del personale pensionato 225mila euro

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Ama fa sapere solo ora che Antonio Migliardi, capo del personale, lascia l’incarico: ma accade solo dopo la denuncia dell’Ugl sostenuta dalla Lega, e dopo mesi che abbiamo chiesto riscontro sulla vicenda, con accesso agli atti e domande puntuali, ma evase solo con risposte vaghe e incomplete.

La denuncia di Santori e dell’Ugl

“Il presidente Pace è stato preso con le mani nella marmellata: se ci sarà una condanna, che fine faranno gli atti firmati da un pensionato super stipendiato a 225.000 euro anno, che però non ne aveva i poteri? Probabilmente saranno tutti invalidati, con grave danno alle casse dell’ erario capitolino: ci chiediamo chi dovrà pagare per questo ennesimo disastro provocato in azienda e che si riflette sui servizi alla città, che già sono praticamente inesistenti”. Lo dichiara in una nota il capogruppo della Lega in Campidoglio, Fabrizio Santori.

Il sindaco che fa?

“È evidente il mancato controllo del sindaco Gualtieri e del Dipartimento delle partecipate di cui ha la delega: esigiamo chiarezza, andremo fino in fondo in questa storia che vede un management inadeguato a fronte della tassa sui rifiuti più alta d’Italia, una beffa che i romani subiscono ormai da troppo tempo”, conclude Santori.

Rossi (Ugl): “Trionfa la trasparenza grazie a noi”

“Accogliamo con favore l’annuncio che il Capo del Personale di Ama Spa, Antonio Migliardi, stia per lasciare l’incarico. Infatti, dopo le azioni intraprese dalla Federazione Ugl Partecipate Servizi Ambientali e grazie quindi alla sola Ugl, finalmente si intravedono trasparenza e e legalità anche in Ama Spa”, così in una nota il Segretario Ugl di Roma, Ermenegildo Rossi. “Le dimissioni di Migliardi, ad ogni modo, non fermano l’esigenza di ricostruire la catena di responsabilità che ha portato a questa nomina, responsabilità su cui occorre oggi far luce, per evitare che l’azienda municipalizzata romana continui a sprofondare a causa di una gestione scellerata ed illecita: le ultime dichiarazioni del presidente Daniele Pace, infatti, non fanno luce su tutte le zone grigie di questa vicenda”, prosegue Rossi. “Ad ogni buon conto”, conclude il sindacalista, “al di là di intempestive dichiarazioni (tra l’altro fuori tempo massimo) è evidente quanto nessuna altra sigla sindacale a parte la Ugl possa rivendicare un ruolo in questa “operazione verità”, considerando con quanta serietà e responsabilità abbiamo provveduto a denunciare con una circostanziata querela in procura ed alla Corte dei Conti un evidente illecito, per il bene delle lavoratrici e dei lavoratori ed anche dell’intera cittadinanza romana”.

Il caso Malagrotta

Intanto torna in auge il caso Malagrotta. “L’obiettivo è combattere le eco-mafie e creare le condizioni perché territori compromessi dal punto di vista ambientale possano avere uno sviluppo. La nostra preoccupazione è fare in modo che gli strumenti per il contrasto al caporalato e al lavoro sommerso siano efficaci” e su questo “farò un’informativa riservata alla commissione Ecomafie per dare delle indicazioni sulle nostre valutazioni” sul territorio di Malagrotta. Lo ha affermato il ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone rispondendo, a margine degli Stati generali dei consulenti del lavoro, ad una domanda sulla sua audizione in commissione in merito alla questione della discarica di Malagrotta.