Rifiuti, la Regione riprova a commissariare la Raggi. Con una nuova delibera dopo che il TAR ha bocciato l’ordinanza

La Regione Lazio torna alla carica. E da’ nuovamente 60 giorni a Roma Capitale e alla giunta Raggi per individuare un sito dove conferire i rifiuti dell’Urbe. Decorsi i quali, potrebbe tornare lo spettro del commissariamento. In realtà Zingaretti e i suoi avevano già percorso una strada simile, pochi mesi fa. Ma per intimare al Comune di adempiere ai suoi obblighi, avevano utilizzato lo strumento dell’ordinanza. Impugnato con successo davanti al TAR dall’avvocatura comunale. Perché secondo i giudici amministrativi, mancava il presupposto dell’urgenza che avrebbe legittimato la sostituzione nei poteri da Palazzo senatorio a via Cristoforo Colombo. La Raggi e l’assessora Katia Ziantoni avevano esultato, ma la pace tra i due enti locali è durata poco.  Infatti la Regione ritiene di avere sostanzialmente ragione. Perché lo stesso tribunale amministrativo ha rilevato che manca un piano rifiuti complessivo per la Capitale. Solo che l’atto adottato doveva essere diverso. E prevedere un coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, compresa la ex Provincia.

Ecco che allora è spuntata una delibera, che dice le stesse cose dell’ordinanza impugnata. Ma in una forma che stavolta dovrebbe essere valida. Così il rischio è che la giostra ricominci, mentre le strade iniziano di nuovo a scoppiare di immondizia. Tanto che venerdì e’ previsto un tavolo al Ministero per la transizione ecologica. Per mettere tutte le parti a confronto. E magari trovare una soluzione, che ad oggi sembra però lontanissima.

Rifiuti, Roma è sull’orlo del baratro: e Raggi e Zingaretti giocano a ping pong…

Il Ministero convoca Raggi e Zingaretti. Sui rifiuti Roma e il Lazio sono all’orlo del baratro

Venerdì dovrebbe esserci la convocazione di Regione e Comune di Roma direttamente al Ministero per la transizione ecologica. Per tentare di trovare una quadra sull’emergenza rifiuti. Perché da un lato Zingaretti e i suoi insistono a chiedere alla Raggi di indicare un sito dove conferire l’immondizia di Roma. Minacciando in caso contrario il commissariamento. Dall’altro l’amministratore unico di Ama Zaghis e l’assessora capitolina all’ambiente Katia Ziantoni si difendono. Sostenendo che l’emergenza deriva dalla chiusura dell’impianto di Roccasecca. Dalla dismissione del termovalorizzatore di Colleferro e da altre scelte sbagliate. Come quella di puntare sul sito di Monte Carnevale. Al quale comunque nello scorso dicembre anche la sindaca aveva dato l’ok di massima. Salvo poi cambiare idea.

Ma se la Regione piange, Roma non ride. Infatti l’impianto Ama su via Salaria dopo l’incendio è ancora distrutto. E il TMB di Rocca Cencia in parte sequestrato. E comunque nelle intenzioni della Ziantoni destinato ad altro in futuro. E non a trattare i maleodoranti rifiuti urbani. Tutto giusto, ma allora la spazzatura dive va a finire? In altre Regioni o all’estero, la risposta è ovvia. Con costi altissimi. E con il rischio che qualche sindaco o governatore possa dire basta proprio all’inizio dell’estate. Ecco perché da qualche giorno i cassonetti sarebbero di nuovo strapieni. E con il caldo in arrivo, rischiamo ancora una volta di trascorrere un’estate tra i miasmi e la sporcizia. Complimenti davvero.

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