Rigopiano, a 8 anni dalla tragedia i parenti chiedono ancora Giustizia: “In attesa dell’ennesimo processo”

Rigopiano, a sinistra la struttura sommersa dalla neve, a destra l'hotel nel pieno delle sue funzioni, foto Wikipedia

Sono passati otto anni dal 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse l’ormai tristemente noto Hotel Rigopiano situato nel comune di Farindola, in Abruzzo, causando 29 vittime e lasciando un segno indelebile nelle vite dei sopravvissuti e dei familiari. A distanza di così tanto tempo, la tragedia resta un simbolo doloroso e indelebile di mancata prevenzione e ritardi nei soccorsi, ma anche e soprattutto di Giustizia lenta e farraginosa nei Tribunali.

RIgopiano, parenti delle vittime chiedono ancora Giustizia

Difatti a dicembre scorso la Corte di Cassazione, ultimo grado della Giustizia italiana, ha rinviato alla Corte d’Appello di Perugia la valutazione di diversi imputati passati completamente indenni attraverso tutti i precedenti gradi di giudizio. Le famiglie delle vittime continuano a lottare per ottenere risposte e vedere riconosciute le responsabilità di chi avrebbe dovuto tutelare le vite dei loro cari. Attraverso cortei e fiaccolate, ma anche sui loro canali social la richiesta è sempre e solo una: “Vogliamo ancora Giustizia per i nostri cari: siamo in attesa dell’inizio dell’ennesimo processo presso la Corte d’Appello di Perugia“.

Rigopiano, il contesto della tragedia

L’Hotel Rigopiano, situato ai piedi del Gran Sasso, venne travolto da una valanga di proporzioni devastanti in una giornata già segnata da un’emergenza meteo. Le forti nevicate e le scosse di terremoto resero la zona estremamente vulnerabile. Ma le richieste di evacuazione avanzate dal personale dell’hotel nelle ore precedenti non trovarono riscontro immediato. La struttura, isolata e priva di vie di fuga sicure, si trasformò in una trappola mortale per ospiti e dipendenti.

Il disastro mise in luce carenze strutturali e organizzative, dall’assenza di piani di emergenza adeguati all’inefficienza dei soccorsi. I mezzi per raggiungere l’area arrivarono solo dopo ore cruciali, mentre l’allarme lanciato dai sopravvissuti venne inizialmente sottovalutato.

Tanto per capire le dimensioni della tragedia, i piani per capire i punti critici delle montagne per le valanghe vennero redatti solo 4 anni dopo la tragedia.

Il lungo iter giudiziario

Negli anni successivi, la ricerca di Giustizia si è trasformata in un percorso tortuoso. I procedimenti legali, caratterizzati da perizie, rinvii e contestazioni, hanno visto imputati rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, accusati di negligenza e omissioni. Tuttavia, nessuna sentenza definitiva è ancora stata emessa, lasciando i familiari in una condizione di perpetua attesa.

I parenti delle vittime denunciano una giustizia lenta e frammentaria, che fatica a rispondere alle domande fondamentali: chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza dell’hotel? Perché le segnalazioni d’emergenza non furono ascoltate? E soprattutto, cosa si sta facendo per evitare che tragedie simili si ripetano?