Rinaldi (Lega): I cittadini non sanno se pagare le bollette o mangiare. E la Ue che fa? (video)

antonio maria rinaldi

L’eurodeputato della Lega Antonio Maria Rinaldi si chiede se il cittadino debba mangiare o pagare le bollette energetiche. “Di fronte ai problemi insorti dopo l’invasione dell’Ucraina, il nostro disappunto è verso la Commissione europea. Perché non ha preventivamente effettuato uno studio sull’impatto sociale ed economico che si sarebbe generato a causa dell’ulteriore impulso impresso all’aumento dei prezzi e alla struttura dei costi delle imprese. L’Ue dovrebbe meditare sulla soluzione indicata da Keynes nel suo How to pay for the war del 1939.

Le imprese a rischio di chiusure e licenziamenti

A 8 mesi dall’inizio della guerra siamo ancora senza soluzioni condivise e i cittadini europei sono nel dilemma se pagare bollette o fare la spesa per mangiare – ha detto Rinaldi -. Mentre le imprese non sanno se pagare i maggiori costi dell’energia innalzando i prezzi o cessare la produzione, licenziando i propri dipendenti.” Lo sottolinea Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare della Lega e componente della commissione Econ, nel suo intervento durante la sessione plenaria dell’Eurocamera.

La Ue dovrebbe intervenire su tutti i Paesi

“La situazione finanziaria appare precaria a livelli pubblici e privati, non avendo predisposto strumenti per affrontare fin dai primi sintomi una possibile crisi sistemica. Questa condizione non può legittimare l’iniziativa indipendente di singoli Paesi, che creano gravi asimmetrie nel mercato unico. Se l’Ue permette che gli Stati intervengano direttamente con proprie risorse senza offrire alternative, si stabilirà una concorrenza illecita nel mercato comune europeo, in palese violazione degli artt. 107 e 108 del Tfue.

Lo squilibrio causato dalla Germania

Il caso più evidente è il piano di aiuti per 200 miliardi di euro varato da Berlino a supporto al proprio sistema produttivo. Le conseguenze di questa politica causano disturbi per la stabilità degli accordi europei. E proprio nel momento in cui si esamina finalmente la loro validità in un mondo in rapida evoluzione”, conclude Rinaldi.