Risse alla stazione Termini, ma Gualtieri ha altre priorità

Risse stazione Termini

Una delle solite risse, proprio davanti alla stazione Termini, a Roma, dove ormai ci vuole coraggio per avvicinarcisi. Perché a comandare è la delinquenza, a partire da quella di importazione.

Ragazzi di colore che si prendono a bastonate senza fermarsi. Violenza cieca. Senza l’ombra di un addetto alle forze dell’ordine, che per stare da quelle parti devono camminare in mucchio per non fare una brutta fine.

Risse su risse alla stazione Termini

No, non è come ironizza Francesca Totolo – e a volte è un bene saperlo fare – che su Twitter insinua beffardamente: “Stanno litigando per decidere chi pagherà prima la pensione agli italiani”.

Benvenuti nella solita casbah, dunque, uno degli spettacoli più deprimenti che la Capitale d’Italia possa offrire ai suoi visitatori che la credevano ancora Caput Mundi. 

Ci vorrebbe un sindaco per fare piazza pulita, ma purtroppo ci siamo beccati Roberto Gualtieri, che alla stazione Termini si avvicina solo sotto scorta, a scanso di risse in cui incappare. Un non sindaco che non pare accorgersi di quanto accade nella città in cui è stato eletto dai cittadini.

Ma il sindaco non se ne accorge

Vero, non è solo a Roma che succedono queste cose, ma anche in altre stazioni modello Milano, Firenze, Napoli: i sindaci sono tutti impegnati, la priorità è omogenitoriale, mica i delinquenti che infestano le città. Ecco, Gualtieri come i suoi colleghi ha altro da fare…

E chi a Roma vive da una vita piange a vedere quanti danni provoca il lassismo. Questa città meravigliosa che vive la stagione della decadenza, violentata quotidianamente nella sua bellezza e nella sua storia straordinaria. E nessuno che interviene in una sana politica di redenzione.

Poi vedi questa gente e ti viene da pensare che starebbe bene pure in Parlamento, a fare compagnia a Soumahoro e Boldrini, a Bonelli e Fratoianni. Starebbero nel posto giusto, dove si predica nel deserto per ridurre questo Paese a una latrina.