Ristoranti aperti fino alle 22, è scontro tra Comune e Regione

Sulla possibilità di tenere aperti i ristoranti fino alle 22 è scontro tra Roma capitale e la Regione Lazio. Dal momento che Andrea Coia, il nuovo assessore al commercio nominato dalla Raggi nell’ultimo rimpasto di giunta, si è detto favorevole a mettere le mani a un’ordinanza. Che in ogni caso, permetta a chi è in regola di lavorare anche la sera. Ma subito è arrivato lo stop dell’assessore alla sanità regionale Alessio D’Amato. “Con questa curva dei contagi non ci sono le condizioni”, ha fatto sapere D’Amato. Bollando la proposta del Campidoglio come una ‘richiesta elettorale’.

Così lo scontro tra ‘rigoristi’ e ‘possibilisti’ si sposta anche a livello locale. Dopo che anche nel recente governo di ‘salvezza nazionale’ le posizioni su questo tema restano molto distanti. Con il leader della Lega Salvini che continua a chiedere maggiore flessibilità. Ma che deve fare i conti con i suoi compagni di avventura che adesso siedono sugli stessi banchi del governo. E che sul tema sembrano avere idee opposte. Cosa d’altronde ovvia, essendo per la maggior parte gli stessi di prima. Vedremo se il Campidoglio andrà comunque avanti. Ma i problemi restano tanti, a cominciare dall’efficacia dell’eventuale provvedimento. E dalla ovvia domanda, che succederà se ritorneremo zona arancione o zona rossa? Mentre i commercianti e i ristoratori chiedono solo chiarezza. E ristori subito. Per chi in questi mesi ha perso quasi tutto.

Lunedì sit-in dei ristoratori a Montecitorio proprio mentre giureranno i sottosegretari

Il Campidoglio, i ristoranti in regola aperti anche di sera. Ma la Regione replica, richiesta elettorale

Una richiesta elettorale. Così l’assessore regionale alla salute Alessio D’Amato ha bollato l’iniziativa del collega pentastellato al commercio della giunta Raggi. Che ha espresso delle considerazioni ovvie e condivisibili. Chi tra i ristoratori si è messo in regola e lavora a pranzo, dovrebbe poter farlo anche la sera. Magari con maggiori attenzioni, e un controllo ancora più assiduo della Polizia Municipale. Mentre per evitare assembramenti, sempre secondo Coia si potrebbe limitare l’apertura dei minimarket alle 18. Insomma, una serie di proposte che presto potrebbero essere messe nero su bianco. Ma il rischio è che senza una uniformità di intenti ai diversi livelli istituzionali, i ristoratori possano essere ancora una volta illusi e delusi. E sinceramente, pensiamo proprio che non se  lo meritino.

Dagli esperti non vorremmo veti ma indicazioni di sicurezza

“Dagli esperti non vorremmo veti, ma indicazioni di sicurezza”. Così l’assessore al commercio di Roma capitale Andrea Coia. Che nell’ultima campagna elettorale ha preso molti voti dai ristoratori. E che adesso sembra aver condiviso una piega decisamente ‘sovransita’ sul tema delle possibili aperture serali per i ristoranti dell’urbe. “Allora diciamolo: se il governo non lo fa, (di permettere le aperture serali dei ristoranti ndr) stiamo valutando di farlo noi con una nostra ordinanza. Gli esperti sanitari vanno naturalmente sentiti, ma sulle prescrizioni da mantenere all’interno dei locali.  C’è un tema drammatico che non può essere più eluso. Dobbiamo dare una mano a un settore che ha sofferto troppo. Serve un’equità di trattamento rispetto ad altri comparti del commercio. Pensiamo ai grandi magazzini: oggi possono entrare i clienti fino a sera. Potrebbe avvenire la stessa cosa nei ristoranti, con tutti i controlli. In zona gialla sicuramente, in arancione è da valutare. Sicuramente non resterebbero aperti in zona rossa. Dovrebbe esserci un’analogia con le altre attività commerciali, che in arancione comunque rimangono operative, sempre con flussi contingentati». Così l’assessore Coia. Ma tra colori che cambiano e veti nazionali e regionali, le buone intenzioni rischiano di restare solo sulla carta.

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