Ristoranti chiusi? Leodori zittisce D’Amato con l’ok di Zingaretti

Zingaretti leodori

Per fortuna che Nicola Zingaretti stavolta ha messo da parte la paura e incaricato il suo vicario, Daniele Leodori, di fare da sicario. La sparata di Alessio D’Amato di chiudere i ristoranti fino ad aprile non poteva durare più di mezza mattinata e ci ha dovuto pensare il vicepresidente della regione Lazio, Daniele Leodori, a stroncare il capolavoro dell’assessore alla sanità.

Che più o meno aveva sostenuto in un’intervista al Messaggero che fino a primavera non si riapre nulla. Roba da pazzi.

Zingaretti si arrabbia e Leodori sotterra l’assessore

Di prima mattina le urla si sprecavano nei corridoi della regione, con importanti personaggi che raccontavano di essere stati già insultati da un bel po’ di ristoratori.

Il solo proposito di continuare nel Lazio – come se si potesse fare da soli, caro D’Amato… –  con la manfrina del Covid che non pranza ma cena, ha fatto imbestialire non poca gente.

E comunque i ristoranti non potrà chiuderli solo il Lazio

Ed è dovuto intervenire proprio Leodori, molti dicono su imbeccata di Zingaretti, a zittire l’assessore, che poi si è dovuto rimangiare tutto dicendo che comunque semmai lo deciderà il governo, capace anche di questo. Ha detto il vicepresidente della regione che il Lazio non ha previsto nessuna chiusura dei locali fino a marzo. Stiamo monitorando costantemente i risultati della curva dei contagi a seguito dell’ultimo Dpcm del Governo in vigore fino al 15 gennaio 2021 che speriamo siano confortanti. Solo allora decideremo come intervenire, e non certo autonomamente, ma in sintonia con le altre Regioni e con il Governo come abbiamo sempre fatto. Sicuramente lavoreremo per scongiurare misure ancora più restrittive per i cittadini della nostra Regione già notevolmente messi a dura prova”.

L’esibizionismo di D’Amato speriamo che cominci a scemare, perché oggettivamente sta diventando insopportabile la bulimia comunicativa dell’assessore alla sanità. Se ne è capace, si limiti a fare la sua parte. Nessuno lo ha eletto neppure in consiglio regionale, eppure si permette di dare indicazioni al pianeta su come si affronta il Covid. Ma è Zingaretti che deve dire a D’Amato che non può aspirare al premio Nobel.