Ristoratori in ginocchio riconsegnano le chiavi dei locali alla Raggi

I ristoratori sono disperati. La riapertura al 1° giugno comporta perdite valutabili intorno alle decine di miliardi. E non c’è solo il lockdown, c’è anche la carenza dei turisti che non si sa quanto durerà. Per questo gli aiuti devono essere immediati e sostanziosi. E nessuna promessa è stata ancora mantenuta. Le casse integrazioni per i dipendenti non arrivano, molti ristoratori in tutta Italia hanno consegnato le chiavi dei loro locali ai sindaci. Le organizzazioni di categoria stanno organizzando proteste clamorose per i prossimi giorni. Sino al gesto dello chef di Frosinone che ha minacciato di dare fuoco al locale se non avesse ricevuto sostegno. Ma il governo è assente, nonostante le molte parole.
La Raggi aumenta lo spazio esterno per i locali
Il sindaco di Roma Virginia Raggi ha ricevuto una delegazione di ristoratori, che le hanno consegnato le chiavi dei locali. I ristoratori hanno chiesto al sindaco sostegno e di farsi portavoce presso il governo. Per ora il Campidoglio ha sospeso le tasse locali alla categoria, comprese quelle relative al canone di occupazione per il suolo pubblico. La Raggi inoltre ha promesso un aumento dell’occupazione di circa il 35 per cento. Ma non è chiaro cosa succederà quando le tasse rientreranno in vigore. I locali si troveranno spese folli per poter pagare lo spazio aumentato? Non parliamo poi della discutibile iniziativa “Roma Riapre”, con cui il Campidoglio chiede soldi ai cittadini anziché darne.

Cosa succederà quando rientrerà in vigore la Tosap?
”Abbiamo deciso di concedere spazi esterni più ampi per bar, ristoranti e librerie di Roma. Quando potranno riaprire, avranno più spazio a disposizione per accogliere i clienti garantendo il distanziamento necessario”. Così in un post su Facebook Virginia Raggi. ”Stiamo lavorando per ampliare fino al 35% la concessione di suolo pubblico per gli esercizi commerciali. Lo scopo è anche quello di compensare la riduzione delle superfici utilizzabili all’interno dei locali. Per tutto il 2020, ci saranno procedure rapide e criteri semplificati sia per le richieste che per i rilasci dei permessi, e le tipologie d’arredo esterno consentite saranno maggiori rispetto al passato”. Benissimo, ma quei locali, e sono migliaia, che lo spazio pubblico esterno non ce l’hanno, in che maniera saranno incentivati e aiutati?
Le spese per le sanificazioni continue chi le pagherà?
Rimane in piedi la richiesta dei locali pubblici di questo tipo di anticipare la riapertura al 18 maggio, anche considerando che non è detto che si riempiranno come prima, perché a causa delle carenze del governo la gente non ha più soldi da spendere. E tutte le spese per riattrezzare i locali chi le pagherà? E il numero contingentato di clienti chi lo pagherà? E le sanificazioni continue dei locali e degli strumenti di lavoro chi le pagherà? Senza un aiuto vero e immediato dello Stato migliaia e migliaia di locali potrebbero chiudere o addirittura non riaprire.
Le categorie chiedono una serie di misure immediate
Inoltre le organizzazioni di categoria chiedono al governo di prevedere di aiutare le imprese su costi e liquidità con l’aumento del plafond per il credito d’imposta legato alla sanificazione dei luoghi. L’estensione a 20 anni del periodo per la restituzione dei finanziamenti previsti dal decreto Liquidità. Un indennizzo a fondo perduto pari al 50% del fatturato dei mesi di lockdown (marzo, aprile e maggio) oppure del 20% del fatturato dell’anno precedente. Prevedere un credito di imposta per i crediti inesigibili derivanti dalla crisi covid-19. Sostenere la ripresa con una riduzione dell’aliquota Iva dal 22% al 10%, sui prodotti Beverage del fuori casa, al fine di incentivare i consumi nei prossimi mesi. “In questo difficilissimo momento è necessario l’intervento concreto dello Stato per superare la crisi in atto e rilanciare le prospettive di un settore vitale, sia dal punto di vista economico che sociale” rimarcano i rappresentanti di categoria.