Riti vudu sulle ragazzine per farle prostituire: presa la strega della mafia nigeriana

La polizia italiana ha arrestato una “strega” della mafia nigeriana, che faceva prostituire ragazzine sotto minaccia di riti magici.
Tratta di esseri umani, riduzione in schiavitù, aggravati dall’aver agito anche in danno di minori, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione e autoriciclaggio dei proventi dell’attività delittuosa. Queste le accuse ai danni della strega nigeriana che è stata arrestata dai poliziotti delle Squadra mobile di Siracusa, con la collaborazione dei colleghi di Foggia, su delega della Direzione distrettuale antimafia di Catania.

Secondo gli inquirenti la donna farebbe parte di un gruppo criminale che reclutava giovani “donne in Nigeria e introdotte in Italia per poi essere avviate all’attività della prostituzione, mediante costrizione perpetrata, nella quasi totalità dei casi, tramite l’inganno e la pratica dei riti vudu, forieri di minaccia di morte per le vittime e per i loro cari. Grazie al forte potere di intimidazione derivante dalla sottoposizione al cosiddetto rito ‘Ju-Ju’, l’indagata sarebbe riuscita a convincere le vittime a scappare dai centri di accoglienza, ove erano state allocate dopo l’arrivo in Italia”.
Un’organizzazione criminale specializzata nella tratta di ragazzine
L’attività investigativa ha permesso di indentificare ‘la madame’ coinvolta in numerose vicende di tratta di esseri umani, alcune riguardanti “vittime da essa commissionate, altre riguardanti vittime ‘attese’ da altre madame che le si sarebbero rivolte per l’organizzazione del viaggio delle vittime o per la loro concreta gestione su strada una volta arrivate; l’indagata, difatti, sarebbe risultata in grado di avvalersi di due formidabili correi che in Nigeria e in Libia la avrebbero aiutata nei vari segmenti della catena della tratta di esseri umani e, segnatamente: un native doctor in Nigeria (addetto al reclutamento e alla sottoposizione a juju delle vittime) ed un cittadino nigeriano (addetto alla cura dei viaggi dalla Nigeria all’Italia.
La strega nigeriana risultava nullatenente
La donna sarebbe stata in grado di gestire il viaggio di almeno 8 ragazze e la prostituzione di altre due controllando poi diverse postazioni di prostituzione su strada. L’attività d’indagine consentiva, tra l’altro, di rilevare numerose transazioni economiche di denaro dall’Italia verso la Nigeria che sarebbero state effettuate dalla indagata, utilizzando denaro proveniente dallo sfruttamento sessuale delle vittime giunte in Italia: l’indagata -apparentemente priva di fonti di reddito- sarebbe riuscita a inviare continuamente somme avvalendosi dei servizi di altri connazionali che, al di fuori di ipotesi di concorso nel reato, avrebbero provveduto alle rimesse trattenendo una provvigione per l’attività svolta.